Il 30 e 31 marzo si terrà il Congresso nazionale di Ali, a Pisa, un appuntamento importante per la nostra associazione e per tutti i comuni, province e regioni che rappresentiamo. Sarà l’occasione per fare il punto insieme a tanti sindaci e amministratori locali sui principali temi che interessano il sistema delle autonomie, le riforme, i bilanci, il Pnrr, e rilanciare le battaglie politiche e istituzionali che abbiamo davanti nei prossimi mesi.
L’Italia, più di altri Paesi europei, è in un momento complesso e difficile dal punto di vista economico. Questo per una serie di motivi, alcuni dei quali legati a scelte politiche discutibili e sicuramente alle mancate riforme negli anni passati in più settori. A pagarne le conseguenze sono oggi i cittadini, le famiglie e le imprese, ma anche i comuni e a salire ovviamente lo Stato centrale. Dall’inizio della guerra in Ucraina le difficoltà legate al caro energia e all’inflazione si sono riversate a cascata su più livelli, e sui bilanci comunali in un modo devastante. Questo è stato purtroppo un tema poco messo a fuoco dal governo, come lo è tuttora l’impatto che avrà l’adeguamento Istat dei contratti pubblici sui nostri bilanci comunali.
I sindaci si trovano al paradosso di avere investimenti da far cadere a terra realizzando le opere del Pnrr ma senza le risorse economiche per poter assumere il personale qualificato necessario. Per gestire i bandi del Pnrr infatti i comuni hanno bisogno di figure tecniche, personale specializzato, hanno bisogno di fare assunzioni. Tutte le preoccupazioni dei sindaci legate al Pnrr sono ancora sul tavolo: lentezza delle procedure, burocrazia ancora asfissiante, una riforma del Codice degli Appalti che non va assolutamente incontro a queste esigenze, anzi sembra complicare anziché semplificare. Avevamo chiesto velocità ma non c’è stata. Il Fondo istituito per coprire i maggiori costi derivati dall’aumento delle materie prime non basta. Di fronte a questo allarme lanciato dai primi cittadini il governo ha avuto un atteggiamento sbagliato, verrebbe da dire ostile, verso i comuni. Oggi dobbiamo fare i conti con ciò che abbiamo. E oggi noi sindaci all’Europa chiediamo tempi più lunghi, o non si riuscirà a evitare il commissariamento dei lavori.
Sulle riforme ci aspettavamo un atteggiamento pragmatico, pronto, aperto, ma quello che abbiamo ottenuto è stato solamente uno scellerato disegno di legge sull’autonomia differenziata che premia i territori ricchi a danno di chi è storicamente in svantaggio, divide anziché unire il Paese, spezza in due l’Italia, dimentica i Comuni, rafforza ulteriormente il centralismo regionale a danno dell’autonomia locale e dimentica il Sud. Terra, questa, di enormi potenzialità, ricca di bellezza e opportunità, meta turistica di tutto il mondo. Non può essere dimenticata, osteggiata. Dare dignità al Sud, colmare i deficit in tanti settori e portare tutto il Paese, non solo una parte, verso standard europei nel solco della Costituzione che riconosce a tutti i cittadini italiani stesse opportunità e diritti (all’istruzione, alla salute, al lavoro), questo deve essere l’obiettivo.
Ali ha un grande spazio di manovra nei prossimi mesi su questi temi, lasciando ad Anci i tavoli di confronto istituzionale. Dobbiamo portare avanti la nostra proposta di riforma del Tuel, perché da qui bisogna iniziare, partendo dalla riforma più ampia degli enti locali. Sul tema delle province ad esempio non è opportuno occuparsi solamente dell’elezione diretta del presidente delle province perché serve un riordino più completo degli enti locali. Vanno affrontate molte questioni aperte, l’aggregazione dei comuni, il maggiore equilibrio in termini di sviluppo e servizi tra coste e aree interne, l’eliminazione del limite dei due mandati per i sindaci, il personale che manca in tanti comuni e nelle province, che non avendo più funzioni si sono oramai indebolite.
Ali ha da sempre una posizione chiara ed equilibrata in tema di riforma del sistema delle autonomie, perché puntiamo a dare dignità agli amministratori locali e a tutelare e rafforzare i poteri locali. Per questo il tema centrale del Congresso nazionale di marzo sarà proprio “ricucire” l’Italia. L’idea di sviluppo territoriale che abbiamo sempre portato avanti.