Gli amministratori locali appartengono alla categoria dei “folli e sognatori”.
Non potrebbe essere diversamente, se accanto alle sfide ordinarie di un mestiere tanto affascinante quanto ardito, ci si trova a misurarsi con quella straordinarietà che cambia (dovrebbe cambiare) stili di vita e progettazione delle comunità del futuro.
Perché tra Covid e PNRR, stiamo parlando proprio di questo.
I sindaci si sono trovati nella tempesta perfetta, chiamati a tamponare emergenze di ogni tipo, con lo sguardo alla positività di territori desiderosi di rialzare la testa.
Il sistema “stato” li ha messi di fronte ad incertezze e sperimentazioni, con un apparato burocratico obsoleto, con un mercato del lavoro bloccato, con un sistema sanitario lacunoso.
Ma certo non si sono trovati impreparati di fronte a qualsivoglia esigenza della propria gente, colpita dai lutti, dalla paura, dall’incertezza, dalla speranza e dalla voglia di ripartire.
In questo complesso quadro, il PNRR ha dettato l’agenda della loro programmazione, imponendo tempi e raggiungimenti di obiettivi, nonostante le regole di partenza non fossero chiare, nonostante gli uffici non fossero attrezzati, nonostante i venti di guerra con l’aumento dei costi e la crisi energetica abbiamo causato un’ulteriore grossa incognita per il futuro.
Loro, i sindaci, l’esercito di folli e sognatori che qualunque cosa accada sono i primi ad accendere le luci delle loro città e gli ultimi a chiudere le porte dei Comuni; loro, instancabili operai di prossimità, schiacciati tra sistemi punitivi e vincoli di mandato; loro che scelti direttamente dagli elettori sono poi considerati troppo ingombranti per ricoprire incarichi di altra natura; loro, che fanno del lavoro di squadra la cifra del quotidiano e difendono le peculiarità dei territori che amministrano; che sussurrano suggerimenti a chi legifera e difendono sempre e comunque le istituzioni che rappresentano e con cui si rapportano. I sindaci.
Sono eroi di questo tempo? No, sono compagni di viaggio. Sono guide e riferimento, sono spugna e muro, ponti e porti.
Sono coloro che hanno il polso dell’ordinarietá e la visione della lungimiranza.
Sono gli esecutori principali dell’Italia che si muove, che rinasce, che reagisce.
E chiedono solo rispetto. Chiedono certezza nell’applicazione delle norme. Chiedono di poter dire la loro su priorità, necessità e risorse necessarie per affrontarle. Chiedono di poter avere tutti pari dignità di trattamento, non di essere etichettati tra quelli del nord che traina e quelli del sud che rallenta. Perché questi sono stereotipi che non rendono merito al grande lavoro che fanno, che non raccontano i territori come realmente si evolvono e interagiscono in quel continuum che solo chi è innamorato della storia di questo meraviglioso Paese e di ogni più minuzioso angolo di ciascuna comunità locale sa essere interprete: i sindaci.
Con coraggio, determinazione e abnegazione, non ci sarà Covid o PNRR o conflitto o difficoltà che li vedrà indietreggiare di un solo passo dalla loro smisurata voglia di servire e onorare le comunità che rappresentano.
Per un’Italia migliore.
Perché si può. Perché si deve.
*di Giovanna Bruno, Sindaco di Andria e Presidente Ali Puglia