La legge di Bilancio varata dal governo prevede circa 400 milioni per il comparto degli enti locali per il caro energia, ma all’appello manca 1 miliardo per coprire i maggiori costi derivanti dalla crisi energetica. Se non si arriverà a riconoscere la situazione drammatica in cui versano i Comuni e le province non sarà possibile garantire la tenuta dei conti. I Comuni non possono fare debito pubblico, né in questo momento drammatico segnato anche dall’aumento della povertà si può immaginare di tagliare la spesa sociale, servizi che sono di fatto essenziali per le comunità. Su questo occorre fare un lavoro enorme e aprire un tavolo emergenziale con Anci e Upi, come fatto per il Covid, per verificare andamento e interventi. Siamo a fine anno, il governo deve dare risposte in tempi brevi.
L’aspetto energetico si abbatte sui comuni in maniera devastante, sottovalutare questo dato è pericoloso perché gli enti locali non sono un mondo a parte, sono le famiglie e le imprese dei territori, non è pensabile lasciare le amministrazioni in difficoltà per chiudere il bilancio del 2022, né tagliare servizi o aumentare le tasse. Ad oggi solo i Comuni con un avanzo di bilancio hanno potuto reggere e coprire le spese maggiori per il costo energetico, gli altri sono in gravi difficoltà, non riescono a chiuderlo in pareggio. Anche il bilancio di previsione è impossibile, in molti Comuni si sta facendo un bilancio puramente tecnico.
Dobbiamo strappare dal governo un impegno formale che 1 del 21 miliardi stanziati per la crisi energetica vada agli enti locali. Noi sindaci ci stiamo attrezzando per fare risparmi e spegnere l’illuminazione pubblica ma non è così che riusciremo a fronteggiare questa situazione. Inoltre, non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi sul piano internazionale, e questo rende il futuro ancora più incerto.
Certamente l’Italia ha ora una grande opportunità con il Pnrr, un’occasione per rendere più equo e moderno il Paese, portarlo verso standard europei, e compiere quelle riforme che l’Italia attende da molto tempo. Far cadere nel vuoto questa grande occasione sarebbe grave. Una proposta pragmatica è quella avanzata da noi sindaci, chiedere all’Europa di poter utilizzare parte delle risorse del Pnrr per coprire i maggiori costi delle opere già in corso. Questo consentirebbe di non rivedere il Piano e ci permetterebbe di fare sì meno opere ma di finirle.
Sul tema delle riforme, che sono necessarie all’ottenimento delle altre trance del Pnrr su cui il precedente governo si era impegnato, dobbiamo sottolineare che non siamo messi bene, siamo anzi molto in ritardo. Nulla sulla riforma della concorrenza, ancora in affanno il completamento della riforma della giustizia, ancora poco su velocità e semplificazione, sulla digitalizzazione non è stato fatto ancora niente. Però il governo ha introdotto nella Legge di Bilancio misure che favoriscono il lavoro nero, l’evasione fiscale e che sono a danno dei consumatori. Penso alle nuove decisioni governative sulla rimozione dell’obbligo del Pos a partire dai 60 euro. Oggi possiamo pagare come vogliamo, siamo liberi. Ma se questa Legge di bilancio sarà approvata così com’è, non avremo più questa libertà. Molti esercenti e aziende potranno rifiutare il pagamento Pos, e chi dice che basterà cambiare esercente non sa di cosa parla o fa demagogia: è accettabile in un paese moderno dover girare di taxi in taxi per trovarne uno con il Pos? I pagamenti fino a 80 euro sono l’80 per cento di quelli che gli italiani fanno. Questa norma è stata bocciata pochi giorni fa dalla Commissione europea (così come è stata bocciata la norma che prevede l’aumento del tetto al contante), va a svantaggio dei consumatori e porta indietro la modernità del Paese. In Scandinavia ci sono negozi che non accettano contanti, in tutto il mondo la modernità va verso il pagamento digitale. È evidente che si può evadere in tanti modi, certo, ma se paghiamo in contanti è possibile non emettere lo scontrino, mentre con il Pos si è obbligati. Allora diciamo la verità: il governo ha deciso di dare un colpo alla libertà dei consumatori e aiutare chi non vuole fare scontrini o fatturare. Altro che modernità, andiamo indietro di decenni. E di tutto ha bisogno l’Italia, tranne che andare indietro.
*di Matteo Ricci, Presidente nazionale di Ali e Sindaco di Pesaro