L’allarme che Ali ha lanciato a gennaio, sul tema dell’inflazione e del caro bollette, è esploso ora in tutta la sua gravità e rischia di travolgere molti comuni ed enti locali. Come sindaco ho presentato pochi giorni fa il Fondo Anticrisi 2022, una prassi che l’Amministrazione di Pesaro porta avanti da tempo, dimostrando la vicinanza ai cittadini nel momento dell’emergenza. Sono stati stanziati oltre 340 mila euro per aiutare le famiglie in difficoltà nel pagamento delle utenze domestiche, certamente una goccia nel mare di problemi, ma è comunque un aiuto concreto per tanti cittadini in difficoltà.
L’emergenza legata all’inflazione, aggravata anche dalla guerra in Ucraina, ha una duplice ricaduta sui nostri territori: da una parte colpisce direttamente le famiglie e le imprese, dall’altra pone in serio rischio la tenuta dei bilanci comunali che devono affrontare maggiori costi e spese (la sola illuminazione pubblica ha registrato un +35%) e che dovranno aggiornare tutti i contratti dei servizi esternalizzati con l’adeguamento Istat previsto alla fine dell’anno. Un effetto a catena che rischia di travolgere le nostre comunità e le nostre città. Alcuni Comuni hanno un bilancio solido ma altri rischiano di non farcela. Il Governo è chiamato a dare risposte e intervenire per evitare l’acuirsi di una crisi già di per sé molto pesante.
Il rischio è duplice. Da una parte il taglio dei servizi essenziali e sociali alle persone e l’aumento delle tasse. Dall’altra la messa a terra del Pnrr. L’aumento dei costi rischia di fare sballare i conti degli investimenti enormi che arrivano nelle casse dei Comuni, che non avendo soldi per pagare le bollette non riuscirebbero ad assumere personale per completare gli interventi. L’inflazione e il Pnrr sono temi molto vicini, si toccano: con circa il 70% delle risorse del Pnrr che passa dai Comuni, e con la necessità di personale tecnico per i progetti, se non avremo i soldi per pagare le bollette non li avremo neanche per pagare il personale. E i Comuni hanno bisogno di personale tecnico per mettere a terra e progettare. Rischiamo di avere a causa dell’inflazione molte risorse nella parte capitale per gli investimenti, e poche risorse in conto capitale per poter assumere personale.
Anche sui cantieri i riflessi negativi sono già evidenti: mancano le imprese per il Pnrr. L’80% delle aziende che si occupano di lavori pubblici rinunciano alle gare preferendo l’edilizia privata, dedicarsi al bonus 110%. Questo meccanismo va sbloccato e trovato un punto di equilibrio per avere imprese disponibili per i progetti del Pnrr. Non solo: poiché ogni progetto del Pnrr sta aumentano del 30% per i costi legati alle materie prime, e i Comuni allo stato attuale non riescono a compartecipare in assenza di risorse, occorre prevedere un 30% in più per spendere i 100 miliardi a fondo perduto, che tradotto significa almeno 30 miliardi a prestito, per realizzare i progetti finanziati con il fondo perduto.
I prossimi mesi saranno decisivi, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista politico, andranno fatte scelte di buon senso perché i Comuni non possono svolgere il loro ruolo senza risorse e senza mezzi. La crescita di un Paese parte dal basso, dai territori e dalle città.
Da mesi esiste una trattativa aperta con il Governo per trovare soluzioni. A inizio anno attraverso il DL Bollette sono stati stanziati circa 200 milioni per i Comuni, pensando che l’emergenza dell’inflazione potesse essere ridimensionata durante il corso del 2022, ma è evidente che così non sarà. Mancano all’appello circa 800 milioni di euro, rispetto al miliardo stimato per coprire le spese degli enti.
Il nostro appello al Governo è dunque su due fronti: stanziare ulteriori risorse per i Comuni e le Province e, fondamentale, poter utilizzare l’avanzo di bilancio per far fronte alla crisi energetica. Su questo ultimo punto, il parere negativo arrivato dal Mef a un emendamento al Dl Bollette che lasciava la possibilità ai Comuni virtuosi di utilizzare l’avanzo di bilancio per far fronte alla crisi energetica è incomprensibile, sbagliata e controproducente. Incomprensibile perché chi ha soldi che rimangono in bilancio dall’anno precedente deve poter spendere, così come è stato fatto negli ultimi due anni per far fronte alle spese Covid, si trattava di un’emergenza allora e c’è un’emergenza anche adesso. Sbagliata perché il costo dell’energia difficilmente calerà nelle prossime settimane, vista la giusta decisione dell’Europa di far a meno delle forniture russe. Controproducente perché, tra l’altro, i Comuni che hanno avanzi di bilancio sono una minoranza: non vorremmo mai passasse il segnale che un Comune virtuoso che non fa debiti sia penalizzato, che convenga fare i debiti.
Noi sindaci continueremo a incalzare il premier Draghi e il ministro Franco, perché i nostri appelli siano ascoltati, certi che una soluzione vada trovata e una decisione presa, possibilmente prima che a pagare (due volte) siano i cittadini.
*di Matteo Ricci, Presidente nazionale ALI e Sindaco di Pesaro