Recovery. Legnini: “Servono riforme che diano capacità attuativa”. Fanelli: “Chiamare i Comuni nella cabina di regia”
“Servono riforme che diano capacità attuativa”. Questo è quanto emerso nel tavolo “Velocità e Sviluppo” dell’Assemblea di Bologna, articolato intorno alla ricostruzione delle zone del Centro Italia dopo i terribili terremoti degli scorsi anni. A questo deve servire il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e solo grazie a questo si potrà guardare al futuro con ottimismo. Lo ha dichiarato il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, sottolineando come il grande problema del nostro Paese sia da sempre la capacità attuativa, appunto, aggravata dal depauperamento della struttura professionale e dalla scarsa capacità di innovazione. Trovando d’accordo la vicepresidente di ALI e consigliera regionale del Molise, Micaela Fanelli, che ha altresì evidenziato come ci sia bisogno di stilare un’agenda delle riforme e di agire sulle risorse ordinarie per non lasciare indietro nessuno.
“Per quanto riguarda la governance del Pnrr – ha aggiunto la vicepresidente Fanelli – è importante chiamare i Comuni nella cabina di regia e assicurare una concertazione che consenta, appunto, di essere più veloci”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Anna Ascani, che ha aperto il confronto evidenziando che il 27% del Pnrr è dedicato al digitale, e specificando poi che si tratta di risorse che permetteranno a tutti di essere connessi allo stesso modo e di avere pari opportunità. “La pandemia in particolare – ha detto Ascani – ci ha insegnato che la digitalizzazione è un diritto del cittadino che va assicurato in tutto il territorio”.
Il Commissario straordinario Legnini ha poi concluso ricordando che la capacità attuativa dimostrata nella Ricostruzione “è stata possibile grazie alla scelta di mutare il paradigma del rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, facendo una cosa che non è né nuovissima né rivoluzionaria, ma ben strutturata: consentire di attestare, certificare, calcolare, valutare, prevedere e progettare tutto ciò che è possibile alle professioni libere, attraverso una sorta di esternalizzazione delle funzioni istruttorie della pubblica amministrazione in passato improntata all’invasività e talvolta all’arbitrarietà. Una scelta fatta non con un approccio iperliberista, ma accompagnata da due sostegni che ne garantiscono la buona riuscita: il fatto che i professionisti sono qualificati e incaricati di pubblico servizio assumendosi quindi una responsabilità precisa, e l’attuazione di sistemi di controlli preventivi e successivi efficaci – ha concluso Legnini –. È così che abbiamo triplicato l’attività della Ricostruzione”.