Cingolani: per transizione ecologica servirà grande sforzo collettivo, pubblico e privato, ma anche di coscienza ed educazione
Coniugare sviluppo e sostenibilità è la sfida più grande che abbiamo davanti, a livello globale e locale. Se la pandemia ha mostrato tutti i limiti del nostro modello di sviluppo, le opere di ricostruzione messe in atto dai vari governi del mondo non posso prescindere dalla salvaguardia del pianeta in cui viviamo. E questo non è uno slogan ma l’inizio di un faticoso cammino, come ci ha ricordato il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani intervenendo al tavolo “Velocità e Sostenibilità” dell’Assemblea nazionale di ALI a Bologna.
“La transizione ecologica non è una cosa radical chic, è una roba complicatissima che richiederà uno sforzo enorme del pubblico e del privato, di coscienza dei cittadini adulti e di educazione dei cittadini giovani. Il peggior nemico di questa transizione è l’ideologia; è una transizione che va organizzata ricordando che noi stiamo partendo da una situazione non buona, come tutto il mondo dopo il Covid, ma abbiamo tutti lo stesso obiettivo”, ha spiegato infatti il ministro Cingolani.
Discutendo insieme ai Sindaci Carlo Salvemini (Lecce) e Elena Piastra (Settimo Torinese) – entrambi aderenti alla Rete dei comuni sostenibili, il progetto promosso da ALI, Leganet e Città del Bio per accompagnare i comuni nella territorializzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 – il Ministro della Transizione Ecologica ha poi ricordato come “Dobbiamo fare uno sforzo epocale: installare 70 miliardi di watt, cioè 70 gigawatt, di impianti rinnovabili. Il che vuol dire, da qui al 2030, mediamente setto o otto gigawatt all’anno, mentre attualmente riusciamo a installarne circa 0,8 all’anno”. E ha poi aggiunto: “Stiamo parlando di moltiplicare per un fattore dieci la nostra capacità di far infrastrutture rinnovabili. Se facciamo infrastrutture che producono con energia rinnovabile queste ci consentiranno di fare la transizione della mobilità elettrica e ci consentiranno di fare idrogeno verde”.
Intervenendo in tema di rifiuti, il Sindaco Salvemini ha invece ripreso le osservazioni del ministro in riferimento ad una situazione eterogenea nel paese e ha sottolineato la necessità di applicare una tariffa puntuale rispetto a quanto si consuma e alla differenziata. “Nel Centro Sud”, ha evidenziato il Sindaco di Lecce “ci sono Tari che vanno dai 300 a 400 euro, mentre al Nord si pagano circa 100-120 euro. Per questo è importante promuovere esperienze diffuse a partire da quelle virtuose già realizzate”. Mentre Elena Piastra, Sindaco di Settimo Torinese, città industriale che vive il tema delle bonifiche delle ex aree industriali, si è soffermata sul tema della rigenerazione urbana, dove “il rischio è quello di mettere in contrapposizione i territori, se il nazionale non riesce a seguire dei criteri stabili e a prendere delle decisioni chiare”.
Ricorrendo a un’immagine che usa spesso, il ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha infine concluso ricordando come “se il fine è comune, dimezzare le emissioni al 2030 e arrivare al net zero al 2050”, questo sforzo su 30 anni “è come un razzo a più stadi. E i 5 anni previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza ndr.) sono solo l’inizio, l’avvio. Il PNRR è infatti solo un sesto del tempo, gli altri cinque sesti del viaggio li dovremo fare con i nostri soldi, le nostre capacità, la nostra rotta”.