E’ nato il governo Draghi e noi ci auguriamo che possa operare al meglio. E’ un governo che nasce con una traccia fortemente europeista e ambientalista, con un programma orientato alle politiche di sviluppo, sostenibilità e riforme che sono peraltro al centro del mandato europeo. Sappiamo infatti che il 37 per cento dei fondi Next Generation Eu dovrà andare a contrastare la crisi climatica e che ogni capitolo dovrà contenere una valutazione di impatto ambientale. Le enormi risorse che l’Italia avrà a partire dal terzo semestre sono l’occasione non solo per avviare la ripresa e la crescita del nostro Paese, per ricostruire interi settori, ma anche per ripensare il nostro. Su questo ci giochiamo il nostro futuro, la nostra credibilità internazionale e dunque anche la nostra competitività, rispetto all’Europa e rispetto al resto del mondo.
Noi sindaci abbiamo chiesto al precedente governo e vogliamo ribadire con ancora più forza al nuovo governo di poter avere direttamente noi Comuni da gestire il 10 per cento delle risorse del Recovery Plan che già a luglio arriveranno come acconto dall’Europa. Questo perché sono i Comuni il primo avamposto dello Stato sul territorio, i Sindaci son i rappresentanti delle istituzioni più vicine ai cittadini, e non solo hanno chiaro le esigenze delle imprese locali, dei territori e delle famiglie, ma hanno progetti già pronti, capaci di mettere insieme anche più enti, fare rete, sappiamo come e quanto spendere al meglio per far ripartire l’economia. Questo credo sia interesse di tutti. L’Italia sono i suoi territori e le sue città, che devono essere dunque centrali nel piano di rinascita del Paese; una centralità riconosciuta a monte, non a valle, se vogliamo realizzare grandi progetti di riforme secondo il mandato europeo.
Accanto alla centralità nelle scelte e nella gestione, i Sindaci non possono non affiancare alla loro richiesta un grande tema di cui sempre si parla ma che spesso o si ritarda o si rivela poco organica nella sua realizzazione. Se si vogliono far partire progetti, cantieri, il lavoro, è necessario compiere una grande riforma di sburocratizzazione, accanto a una riforma del Codice degli Appalti, che potrebbe permettere di far partire il lavoro con grande velocità, avvicinando l’Italia perlomeno ai tempi degli altri Stati europei. Ad oggi abbiamo ottenuto molti passi avanti sul tema degli appalti pubblici, adesso dobbiamo puntare sui controlli ex post e sulle autocertificazioni, permettendo alle imprese, piccole e grandi, di partire subito abbattendo tempi enormi che disincentivano il lavoro.
E’ il momento giusto per rivedere tutto ciò che non va nel nostro Paese, e potrebbe essere il momento giusto per affrontare sfide imponenti come le riforme istituzionali, che accompagnino la trasformazione dei nostri territori. La riforma del Tuel che riguarderà gli enti locali, e per cui auspichiamo un nuovo assetto con Comuni più forti, aggregati attraverso fusioni volontarie ma da incentivare, e a Province intese come case dei Comuni, e una riforma del regionalismo che abbiamo visto in questo ultimo anno avere tanti limiti. E va ripensata anche la legge sui sindaci sulla responsabilità penale, perché a fronte delle grandi responsabilità e difficoltà che i primi cittadini devono fronteggiare non possiamo avere una legge che he li colpisca così duramente. Penso a quello che è successo alla Sindaca di Torino Appendino o alla ex Sindaca di Genova Marta Vincenzi.
Riformare lo Stato per renderlo migliore, più giusto, e più efficiente. Questo chiediamo al nuovo governo, coraggio di affrontare quest’anno, anche attraverso le risorse europee, grandi sfide di riforme necessarie. Leggere le crisi che stiamo attraversando partendo proprio da queste per scrivere il programma di governo che serve al Paese. Un’Europa forte e unita ci aiuterà a cambiare in meglio, la sostenibilità ambientale e sociale ci aiuterà a compiere una svolta e a ripensare anche il nostro modello di sviluppo, che negli ultimi anni ha costruito molto nelle grandi città a discapito delle aree verdi, ha spopolato drammaticamente le aree interne e ingrandito a dismisura le grandi città, con una nuova politica urbanistica ad esempio più orientata alla trasformazione del già costruito. Va in questa direzione la nuova associazione che ALI ha lanciato a gennaio, una rete dei Comuni più sostenibili che puntano alla misurazione della loro crescita sul BES, il nuovo indicatore del benessere equo sostenibile, che è lo strumento più adatto.
I Sindaci faranno la loro parte, chiedono di partecipare, nel rispetto dei differenti piani istituzionali, di essere ascoltati, e credono fortemente nell’Italia e nell’Europa, perché solo facendo rete possiamo riuscire a realizzare un Paese più forte, più equo e più unito.
*Di Matteo Ricci, Sindaco di Pesaro e Presidente nazionale ALI