
Lo scorso 20 febbraio il Sindaco di Roma e Presidente di Ali, Roberto Gualtieri assieme ad altri 11 sindaci europei si sono incontrati a Bruxelles a margine dei lavori della sessione plenaria del Comitato delle Regioni, per lanciare l’allarme sulla crisi abitativa e annunciare la presentazione di un piano di emergenza per gli alloggi.
Della delegazione dei Sindaci europei che hanno posto all’attenzione dell’UE la questione dell’housing sostenibile, oltre a Roma e Bologna ci sono Amsterdam, Atene, Barcellona, Budapest, Parigi, Varsavia, Lione, Lisbona, Ghent e Leipzig.
Tutte città in cui la questione della casa è molto sentito, come ha spiegato Gualtieri: “Siamo una coalizione di sindaci ampia, rappresentativa di diversi orientamenti politici, uniti dalla consapevolezza che il tema della casa è un’emergenza. Fino ad ora, l’abitazione non è stata al centro delle politiche europee, ma deve diventarlo. Il diritto alla casa è una questione cruciale per i cittadini europei, una problematica condivisa in quasi tutte le grandi città – ha spiegato il Sindaco di Roma.
“Il 20 febbraio scorso – ha continuato Gualtieri – si è verificato un fatto politico importante: una delegazione di Sindaci di 12 città europee, tra cui quello di Bologna, Matteo Lepore e quelli di Barcellona e Parigi, Jaume Collboni e Anne Hidalgo ha illustrato al Commissario europeo responsabile della politica abitativa, Dan Jørgensen e alla presidente della commissione speciale per la crisi abitativa del Parlamento europeo, Irene Tinagli, le priorità per affrontare fin da subito l’emergenza casa”.
Secondo i Sindaci mancano sempre più soluzioni abitative per le famiglie, per i lavoratori e per i giovani, spesso costretti a lasciare le proprie città a causa di prezzi fuori controllo. Per questo il tema dell’emergenza abitativa deve essere rimessa al centro delle politiche europee perché, colpevolmente, finora non lo è stato. “Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali”, ha detto ancora Gualtieri. “Non si può aspettare il prossimo bilancio dell’Ue che scatterà solo nel 2028, dobbiamo chiedere di costruire un piano di emergenza operativo già nel 2026 unendo risorse europee, risorse nazionali e private”. Per farlo, ovviamente, servono risorse. Che siano europee, nazionali e private. “Abbiamo bisogno di più denaro che dovrà essere allocato direttamente alle città – prosegue Gualtieri – così come è stato fatto con il Pnrr che è stato un successo, ma avrebbe potuto funzionare meglio tagliando alcuni passaggi per la mobilitazione delle risorse. L’Ue deve costruire un canale di finanziamento diretto alle città per mettere a terra le risorse in maniera molto più rapida”. E di questo il primo cittadino di Roma ha avuto modo di parlarne direttamente con il vice presidente alla Coesione Raffaele Fitto a margine dei lavori del CdR a Bruxelles.
Nei prossimi mesi i 12 sindaci lavoreranno alla presentazione di una proposta concreta da presentare alla Commissione Europea. “Abbiamo deciso – hanno spiegato i primi cittadini a Bruxelles – di costituire un tavolo tecnico e politico per redigere un piano di emergenza per l’abitazione, confrontandoci con la Commissione Europea e il Parlamento, con il commissario europeo con delega alle politiche abitative, Dan Jørgensen, e la presidente della commissione speciale per la Crisi abitativa Irene Tinagli”.
Tra le sfide comuni che le città dovranno affrontare nel breve periodo c’è senza dubbio anche il turismo fuori controllo, che ha contribuito a far alzare i prezzi degli affitti e a ridurre significativamente l’offerta di alloggi nel corso degli anni. E anche su questo tema il Sindaco Gualtieri ha sottolineato che “le norme europee sugli affitti brevi sono molto deboli e che la loro revisione è un problema”. Ma il Presidente di Ali ha precisato che anche a livello nazionale è necessario “dare ai sindaci gli strumenti legali che i colleghi europei hanno già per regolamentare il settore”. Un esempio su tutti, la battaglia condotta contro gli affitti brevi a Barcellona da Jaume Collboni.
Così come un altro aspetto del fenomeno è quello degli alloggi vuoti: “In Italia, come in molte città europee, abbiamo tra il 10 e il 15 per cento di case private vuote”, ha detto il Sindaco di Bologna Lepore. Mentre l’intervento fiscale resta di competenza degli stati membri, le risorse di Bruxelles potrebbero “dare una mano” per assicurare garanzie a quei proprietari che non affittano per paura di non essere pagati.
Il fronte sull’emergenza abitativa, dunque, grazie alla coalizione dei 12 sindaci, da oggi è aperto anche in Europa.