Il secondo panel presentato durante il secondo giorno dell’Assemblea ha riguardato uno degli argomenti più sensibili e discussi dell’ultima stagione politica: in “Forti in Europa con un Paese unito. No all’autonomia differenziata” si è discusso del contesto e delle eventuali conseguenze legati all’autonomia differenziata. Splendidi i contributi di Mariarosa Barazza (Sindaca di Cappella Maggiore), Gianfranco Viesti (docente universitario), Giovanna Bruno (Presidente ALI Puglia e Sindaca di Andria) e di Domenico Volpe (Presidente ALI Campania e Sindaco di Bellizzi); a moderare, Micaela Fanelli (Vicepresidente ALI).
L’apertura è di Mariarosa Barazza: «La vera autonomia sta da un’altra parte, non nel ddl Calderoli. La vera autonomia alimenta la democrazia e maggiore efficienza a tutti i livelli istituzionali. Bisogna però capire cosa questo vuol dire e cosa occorre per un’autonomia di livello. Autonomia e responsabilità vanno a braccetto. Occorrono soprattutto delle risorse. A questa proposta di oggi di autonomia differenziata sono contraria, è una farsa: così spacchiamo l’Italia e creiamo ulteriori divisioni di cui non abbiamo certo bisogno. É necessario ripartire dal principio di sussidiarietà, dal basso e da una riforma che coinvolga tutti».
Gianfranco Viesti offre un punto di vista politico che dà prosecuzione a quello di Barazza: «La risposta all’autonomia differenziata non è assolutamente un ritorno al centralismo, non vanno abolite le Regioni che sono importanti, ma vanno supportati i Comuni. Ricentralizzare la sanità è una sciocchezza, ma lasciare la sanità senza una legislazione che tuteli i diritti dei cittadini è ancor più grave. Sarebbe un’Italia ingiusta e porterebbe a possibili conflitti tra i territori. In Italia abbiamo bisogno di mediazioni politiche alte, di attuare leggi in base a princìpi politici che tengano insieme tutti i cittadini. Lottiamo contro le disuguaglianze. Sono fiducioso che se cominciamo ad apprezzare la dimensione politica dell’autonomia differenziata, i cittadini riusciranno a seguirci».
Giovanna Bruno guarda ai confini europei, con un’analisi che lascia poco spazio a interpretazioni: «L’attacco scomposto a Decaro è solo l’ultimo. A Roma, durante la manifestazione contro l’autonomia differenziata, alcuni sindaci sono stati bloccati Questa riforma è una truffa e deve spaventarci. Noi amministratori del Sud siamo i primi a puntare il dito contro quelle riforme che danneggiano i cittadini. Ma dove pensiamo di andare in Europa se al Sud abbiamo ancora oltre il 20% di disoccupazione. Se giustizia, sanità e occupazione non sono regolate in modo efficiente ed emogeneo su tutto il territorio italiano… Quali sono le regole del gioco di questa autonomia differenziata? Minano ancora di più la forza dell’Italia anche in Europa. Dobbiamo affrontare un progetto verità con i cittadini, per rilanciare il nostro futuro, in Italia e in Europa».
La chiusura di Domenico Volpe si focalizza, invece, sul ruolo centrale di ALI in questo contesto: «ALI è in prima fila, la prima frontiera che dà risposte, perché gli enti locali sono il primo collegamento tra lo Stato e i cittadini. Ecco il grande lavoro dei sindaci e degli amministratori locali. Più passano i giorni e più dell’autonomia differenziata si sta facendo confusione. Tra poco ci saranno le elezioni europee e avremo come elementi di punta sia Decaro che Ricci e noi puntiamo su di loro. Qui si continua a tirare e tifare più per il Nord, allontanando il Sud da tutto. Noi dobbiamo lanciare un solo messaggio: quello di essere il partito dell’unità d’Italia».
Di Stefano Colagiovanni