È stata pubblicata la nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), il documento che indica all’Italia la strada per progredire verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e che rappresenta un quadro strategico di riferimento delle politiche settoriali e territoriali nazionali.
Il CITE (Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) aveva dato via libera dopo lunga attesa alla revisione della Strategia, approvata per la prima volta nel 2017 e revisionata nel 2022 dopo un ampio processo partecipativo che ha coinvolto i ministeri competenti, la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, gli enti territoriali, la società civile e gli attori non statali riuniti nel Forum nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, di cui ALI e la Rete dei comuni sostenibili fanno parte.
Il documento della SNSvS, che vede il coordinamento del MASE per l’aspetto nazionale e del MAECI per quello internazionale, rappresenta un importante passo avanti verso una via italiana alla sostenibilità coerente, integrata, localizzata, partecipata.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel suo rapporto sull’attuazione dell’Agenda 2030 – con le gravi insufficienze e i peggioramenti registrati dopo la pandemia che dimostra – e con la dichiarazione dell’Assemblea generale dello scorso settembre ha esortato in modo drammatico tutti i paesi e ad accelerare e salvare gli SDGs e tutte le comunità nazionali a mobilitarsi, seguendo l’esempio dato da tanti giovani. Mentre Papa Francesco ha impresso un nuovo fortissimo segno di richiamo all’impegno e un appello di valenza universale con la “Laudate Deum”, l’Esortazione Apostolica a tutte le persone di buona volontà dedicata alla crisi climatica.
Il fulcro della strategia italiana per raggiungere i 17 “goal” dell’Agenda delle Nazioni Unite, come nella precedente edizione, sono le cinque “P” – Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership – cinque aree tematiche che connettono trasversalmente tutte le dimensioni dell’Agenda 2030, economica, sociale, ambientale. Ne conseguono scelte strategiche che spaziano dalla gestione sostenibile delle risorse naturali all’abbattimento delle emissioni climalteranti, dalla promozione di un benessere economico sostenibile, al contrasto alla povertà e allo sviluppo di un’occupazione di qualità, di una società non violenta, inclusiva rispettosa dei diritti umani, senza discriminazioni. Il documento della SNSvS indica le azioni da intraprendere per ciascuna delle cinque aree.
Elemento nuovo e centrale della Strategia è la definizione di “valori obiettivo”, che sono misurati annualmente attraverso una serie di indicatori verificabili anche a livello territoriale: 55 sono definiti di primo livello e costituiscono un nucleo comune per tutte le amministrazioni centrali e territoriali e altri 190 si definiscono di secondo livello e garantiscono il monitoraggio complessivo degli obiettivi posti.
La Strategia attribuisce inoltre un ruolo fondamentale ai “Vettori di sostenibilità”: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (PCSD), con l’allegato Programma d’azione nazionale; il ruolo fondamentale di educazione, formazione e comunicazione; la partecipazione attiva, chiave per garantire un percorso di sviluppo ben strutturato e inclusivo. Nella Strategia viene evidenziata inoltre l’importanza dei territori e di una governance multilivello, come meccanismo di attuazione e collaborazione trasversali.
Per realizzare la Strategia, il Cipess, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e la Spesa Pubblica, ha stanziato per l’annualità 2023/2024 17 milioni di euro.
Nella sua Assemblea annuale la Rete dei Comuni Sostenibili aveva sollecitato, in concorso con l’ASviS e con altri attori, l’approvazione della nuova Strategia Nazionale e oggi pone la sua attuazione al centro della Carta dei Comuni Sostenibili.
Servirà procedere con velocità e coerenza al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e della SNSvS: qui sta il compito del governo, che deve superare le incertezze e le incoerenze mostrate nel primo anno della legislatura, dimostrate recentemente nel Rapporto dell’ASviS e confermate dalla lettura del disegno di legge di bilancio per il 2024. Ma tutte le istituzioni devono impegnarsi appieno, cooperare e coinvolgere rappresentanze sociali e cittadinanza attiva.
È importante che il documento abbia fatto proprie le proposte che la Rete dei Comuni Sostenibili ha formalizzato nella fase di consultazione. In particolare per quanto riguarda il coinvolgimento delle “associazioni di comuni”. Ciò potrà consentire di attivare un protagonismo delle autonomie locali per garantire la coerenza delle politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile e il monitoraggio integrato della Strategia, a partire dalla verifica dell’appropriatezza dei suoi indicatori che deve e può essere testata in un campione significativo di comuni.
Dunque oggi abbiamo un riferimento certo e su questo vogliamo giocare anche la scommessa delle missione della Rete dei Comuni Sostenibili che, tramite la sperimentazione del monitoraggio volontario, intende dare esempi di cultura della sostenibilità e di protagonismo concreto delle istituzioni territoriali e delle comunità locali.
di Marco Filippeschi – Coordinatore del Comitato Scientifico della Rete dei Comuni Sostenibili