Il commento dell’On. Claudio Mancini

La Legge di Bilancio, approvata dal Parlamento, è una manovra a somma -1. Le modifiche più significative apportate durante l’iter parlamentare rappresentano, di fatto, dei passi indietro rispetto a proposte iniziali del Governo. Solo per citarne alcune l’eliminazione del limite del turnover al 75% per gli enti locali o il rifinanziamento di fondi come quello per la morosità incolpevole. Il lavoro parlamentare alla Camera ha cercato di porre dei correttivi ad alcune delle proposte più inaccettabili, ma i tagli alla spesa corrente e agli investimenti rimangono gli stessi con l’obiettivo di fare cassa sugli enti locali. Comuni e Città Metropolitane ne escono profondamente indeboliti, con inevitabili ripercussioni sui servizi offerti ai cittadini. Mi soffermo però su un aspetto particolarmente preoccupante riguardante gli investimenti. La legge di bilancio crea in prospettiva un pericoloso vuoto per il periodo successivo alla fine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli investimenti post 2026 per gli enti locali sono praticamente azzerati, soprattutto per i piccoli comuni, un approccio che mina la credibilità del Paese e il percorso di crescita nei prossimi anni. Dopo la pandemia di Covid con la politica espansiva e di investimenti portata avanti dal centrosinistra abbiamo garantito crescita, sviluppo locale nelle nostre città e benessere per i cittadini, ma adesso la destra dell’austerity e del presunto rigore sta portando il Paese verso la recessione.