Identità e rigenerazione urbana: il futuro di Quartu tra memoria e innovazione

L’identità è un concetto dinamico, di movimento della coscienza; non è qualcosa di definitivo, non è soltanto ciò che siamo stati, ma è anche ciò che vogliamo diventare. Con questa convinzione non appena rieletto Sindaco ho lavorato per ricomporre l’identità di Quartu, laddove era ormai palese la necessità di ricostruirne ruoli e funzioni, individuandone nuovi, anche non esclusivamente di interesse cittadino ma metropolitano e regionale. Una politica strategica per il futuro della città, per una rigenerazione urbana utile anche a un riposizionamento nel contesto sardo.

Un’idea che ha trovato concretezza in diversi progetti, alcuni conclusi, altri ben avviati e altri ancora in partenza: guardiamo al turismo con un nuovo lungomare Poetto, alla cultura con l’ormai prossima apertura del teatro, alla formazione e alla ricerca con un polo scientifico in collaborazione con l’Università, un ITS innovativo e la disponibilità a ospitare una casa dello studente, allo sport con un palazzetto tirato a lucido, il velodromo, tre impianti per il calcio in manutenzione.

In questa politica si inserisce il progetto di recupero dell’impianto industriale Fornaci Picci – del valore complessivo di 30 milioni -, per il quale abbiamo seguito la strada più trasparente e più coerente ai nuovi strumenti di programmazione, studiando un intervento coordinato pubblico-privato e ottenendo un finanziamento di 14 milioni e mezzo di euro nell’ambito del ‘Programma innovativo nazionale per la qualità dell’Abitare’ (PinQua). Il piano riunisce in sé evolute funzioni di servizio, senza perdere di vista la forte componente identitaria che la struttura rappresenta, come conferma il forte legame affettivo di tanti portatori di interesse con questo ex complesso industriale, uno dei primi in Sardegna.

L’area di intervento è una fabbrica ormai completamente dismessa ubicata al margine Nord-Ovest del centro abitato, ma in posizione strategica per la connessione col centro storico e contestualmente a breve distanza dall’importante asse viario di viale Marconi, di collegamento con la città di Cagliari e con altri Comuni limitrofi dell’hinterland. Dall’avvio della produzione di mattoni – correva l’anno 1878 -, l’industria è stata interessata da plurimi interventi di ampliamento, sostituzione e ammodernamento, fino a raggiungere l’assetto attuale attorno al 1980, per poi cessare l’attività nel 1984. Persistono le vecchie strutture, depurate dagli elementi potenzialmente inquinanti come le coperture in amianto, ma in stato di completo abbandono. La valenza del complesso come testimonianza di archeologia industriale e come importante memoria storica della tradizione produttiva del territorio ha costituito un elemento di primaria importanza nella scelta degli indirizzi da adottare.

Il progetto, che interessa un’area di oltre 50mila metri quadri, intende trasformare la vecchia fabbrica di laterizi in un moderno polo multifunzionale, capace di attirare energie e innovazione: saranno presenti ampi spazi pubblici, con una piazza, un teatro, sale per le associazioni, un’area coworking e un museo dedicato all’antica attività industriale; non mancheranno le aree verdi, attraversate da percorsi pedonali e piste ciclabili; la quota finanziata dal partenariato privato sarà invece destinata all’housing sociale di qualità. L’obiettivo è la creazione di un grande attrattore operante nell’ambito della conoscenza e delle nuove tecnologie, che stimoli processi virtuosi di crescita, consolidando l’immagine della città e costituendo uno spazio pubblico nuovo, originale e riconoscibile dai cittadini.

Terminati gli studi progettuali si è già aperta la fase delle osservazioni, che ovviamente dovranno tener conto del contesto nel quale si agisce, nel quale il programma di investimenti è a guida pubblica, come prevedono alcune norme di legge, in particolare riguardo il PinQua. Contestualmente è stata avviata la bonifica, che si concluderà per gennaio, a seguito della quale i lavori di riqualificazione edilizia potranno essere avviati.

È una bella novità, in un contesto, come quello del Sud Sardegna, che corre il rischio di chiudersi solamente in investimenti ormai sperimentati, sottraendosi a percorrere la sfida dell’innovazione. Ritessendo il rapporto pubblico-privato, puntiamo a celebrare insieme la realizzazione di un progetto capace di cambiare il ruolo e il peso della città, con l’obiettivo di crescere ancora e lasciare il segno.

Di Graziano Milia, Sindaco di Quartu Sant’Elena e Presidente ALI Sardegna