Valutazioni strategiche sui principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili

Nel riconoscere l’importanza strategica della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si pone la finalità di regolamentare l’installazione degli impianti nel territorio. A tale scopo, ALI Abruzzo, in qualità di associazione di rappresentanza degli Enti locali, ritiene utile esporre alcune considerazioni considerato l’impatto diretto che tali impianti determinano sui territori.

In particolare attuazione del comma 2 dell’art. 1 del DM “Aree idonee” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 Luglio “stabilire principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione 2030.

I comuni promuovono la realizzazione degli impianti nel rispetto e nella salvaguardia del territorio, del suo valore naturalistico, storico e paesaggistico, allo scopo di preservarli da ogni tipo di intervento che produca consumo del suolo e che determini aggressione del paesaggio.

Riteniamo che, gli impianti di produzione di energia elettrica da      fonti rinnovabili debbano essere ubicati in via prioritaria in zone classificate come D, E e F,  dai vigenti piani urbanistici. Nelle zone A, B e C si ritiene utile ammettere esclusivamente impianti di piccolo taglio (massimo 1MW) finalizzati ad autoconsumo e/o creazione di comunità energetiche sostenibili e rinnovabili.  Nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14.

Conseguentemente le amministrazioni comunali abruzzesi, nel riconoscere l’importanza strategica della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si pone la finalità di regolamentare l’installazione degli impianti di che trattasi nel territorio rurale, coniugando gli interventi con l’importanza strategica e le peculiarità del territorio.

Il termine ‘aree idonee’ potrebbe erroneamente suggerire una lottizzazione a favore di alcune fonti energetiche, mentre quello che ci interessa è la creazione di un sistema in cui un’ampia tutela del territorio conviva con un numero ridotto di aree, individuate tra quelle che non comportano il consumo di suolo e siano già compromesse. A tal proposito si ritiene che debba essere data la priorità nell’individuazione delle aree a tutte quelle aree industriali dismesse, al fine di limitare il più possibile l’impatto paesaggistico. Anche l’utilizzo dell’agrivoltaico, ove adeguatamente progettato e realizzato, rappresenta una alternativa valida in grado di garantire la produttività dei terreni e il

raggiungimento delle finalità di transizione energetica.

In considerazione inoltre del fatto che la normativa nazionale non prevede criteri generali in grado di garantire uniformità delle diverse normative regionali in materia, si auspica una ricognizione delle normative in via di definizione nelle diverse regioni italiane per evitare eccessive sperequazioni di alcuni territori rispetto ad altri e, importare buone pratiche ove ne emergano.

CREAZIONE DI VALORE A FAVORE DELLE COMUNITÀ LOCALI E CONTRASTO ALLE SPECULAZIONI

Allo scopo di coinvolgere i territori nel processo di transizione, evitando che la realizzazione di impianti sia percepita esclusivamente come speculazione di soggetti esterni, è opportuno valutare delle forme adeguate di compensazione territoriale, che forniscano benefici tangibili e continuati nel tempo alle comunità locali. Prendendo a modello quanto già avviene per gli impianti idroelettrici, si pone la necessità di definire delle royalties adeguate a beneficio dei comuni, e di individuare forme nuove di compensazione a favore delle comunità. A tale proposito si chiede alla Regione Abruzzo di farsi promotrice verso il legislatore nazionale di una revisione della normativa sulle comunità energetiche, ammettendo impianti di portata maggiore a 1 MW e, contemplando la possibilità di destinare parte della produzione di un grande impianto rinnovabile alla costituzione di una comunità energetica locale, come forma di compensazione per il territorio interessato dall’intervento.

Ulteriore aspetto da tenere in stretta considerazione riguarda la qualità dei progetti, che devono tenere conto delle specificità territoriali, devono essere armonici con il contesto e, adottare le soluzioni tecniche adeguate a ridurre al minimo le esternalità negative di qualsiasi natura. Si valuta negativamente ad esempio la possibilità di presentare più progetti per un unico sito, che spesso va a scapito della qualità progettuale e, si propone la definizione di meccanismi di dibattito pubblico e di coinvolgimento dei territori nella fase preliminare di progettazione. In generale, oltre la mera valutazione tecnica, si auspica fortemente la creazione di meccanismi volti a favorire una valutazione qualitativa dei progetti, in conformità alle peculiarità del contesto in cui gli impianti vanno a inserirsi.

MISURE DI SALVAGUARDIA E MITIGAZIONE A TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E DEL PAESAGGIO RURALE

Considerate le caratteristiche del territorio abruzzese e la necessità di tutelare il relativo paesaggio e limitare il consumo di suolo agricolo, al fine di evitare che l’insediamento e l’esercizio degli impianti possa compromettere o interferire negativamente con le finalità perseguite dalle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale, nelle aree individuate nel vigente P.R.G. come “ E “ agricola, la realizzazione di tutti gli impianti di qualsiasi potenza nominale, dovrebbe essere subordinata al rispetto e all’attuazione di alcune misure di salvaguardia e mitigazione:

  • le recinzioni dei lotti interessati e quelle a confine di altre proprietà dovranno essere sistemate in modo tale da non creare impatto visuale.
  • deve essere evitata ove possibile la realizzazione di nuova viabilità di servizio rispetto a quella esistente. Qualora sia necessaria, la nuova viabilità di accesso dovrà rispettare per tipologia e materiali il reticolo delle strade rurali esistenti;
  • le infrastrutture (cabine elettriche, etc.), la viabilità e gli accessi indispensabili alla costruzione e all’esercizio dell’impianto dovranno essere esclusivamente quelle strettamente necessarie al funzionamento dell’impianto stesso e a tale scopo dimensionate;
  • non deve essere modificato in maniera sostanziale l’assetto idrogeologico del terreno preesistente;
  • tutte le opere accessorie o connesse quali cavidotti ed elettrodotti dovranno essere, per quanto tecnicamente possibile, interrati.

Per ulteriori chiarimenti o approfondimenti: paglia@aliautonomie.it”

Il Direttore ALI Abruzzo, Alessandro Paglia