Intervento di Claudio Mancini
È un grande onore aprire il ventesimo Congresso di ALI Autonomie Locali Italia in questa cornice: quella della sala Giulio Cesare del Campidoglio.
Ringrazio a nome dell’associazione Roma Capitale, il sindaco Gualtieri, la presidente Celli e tutto il Campidoglio per l’ospitalità e la disponibilità a farci svolgere qui questo importante evento della vita associativa della nostra associazione.
Parto dai ringraziamenti, soprattutto verso le amministratrici e gli amministratori, oggi delegati dell’associazione, che in questi anni avete partecipato attivamente alla vita di ALI, che in queste settimane avete svolto i Congressi regionali, finito le delegazioni e avviato il processo di partecipazione all’assemblea nazionale.
Tanti sindaci, amministratori ma anche parlamentari ed esponenti politici danno forza a questa assemblea, e autorevolezza a questo percorso che abbiamo avviato e che sappiamo parte da lontano; dalla sua fondazione nel 1916.
L’associazione, durante la sua storia, tranne negli anni in cui è stata sciolta dal fascismo, è sempre stata un attore importante per la promozione di un’idea di un autonomismo positivo, capace di tenere assieme la tradizione italiana delle amministrazioni locali senza mai mettere da parte il senso di comunità nazionale.
È proprio qui la missione della nostra associazione. L’impegno costante per rafforzare la capacità delle amministrazioni locali; ma anche una chiara e netta connotazione politica progressista.
Lo sappiamo, non siamo l’ANCI. L’ANCI è l’associazione di tutti i comuni e la casa di tutte le amministrazioni locali. È un’associazione che svolge un ruolo pubblicistico in qualche modo, a cui tutti noi partecipiamo con valore e impegno, ma la nostra è un’associazione diversa, che sta dentro la tradizione democratica e progressista del riformismo locale italiano.
Quindi la nostra visione è sempre stata quella di tenere insieme l’ascolto e la valorizzazione dei territori in un rapporto di solidarietà, sussidiarietà e supporto alle amministrazioni.
Tra i diversi territori dello stato e l’insieme degli strumenti che partecipano al governo del territorio.
Una missione che in questi anni è stata portata avanti con successo dal nostro gruppo dirigente, guidato da Matteo Ricci, che io voglio ringraziare, anche per essere stato, in questi anni, non solo Presidente, ma l’animatore di questa nostra esperienza.
Matteo ha lavorato con dedizione, cura e passione. Ha garantito ad ALI un rinnovato ruolo nazionale facendo allo stesso tempo sviluppare le tante realtà regionali.
In un momento difficile come quello della pandemia, ALI è riuscita ad essere un attore fondamentale per supportare e far emergere i bisogni delle amministrazioni locali e dei territori in quei momenti di estrema difficoltà.
Ricordiamo tutti il contributo che è stato donato anche con grande fatica dalla nostra associazione, in un momento in cui tutti abbiamo partecipato ad uno sforzo nazionale per affrontare il covid.
Oggi siamo presenti in tutte le regioni italiane, abbiamo un’associazione in buona salute, più di mille enti associati.
Questo è un merito principalmente dal lavoro fatto dal presidente Ricci; ma voglio salutare anche i suoi predecessori – Marco Filippeschi e Oriano Giovanelli – che negli ultimi 20 anni hanno diretto l’associazione, sempre dentro un filo continuo di rinnovamento della continuità.
ALI in questi anni ha saputo mantenere una forte capacità di iniziativa politica in tutto il paese.
Ricordo l’iniziativa dei comuni per l’Europa insieme a Romano Prodi nel 2019 o la manifestazione l’odio non ha futuro con Liliana Segre e sempre a Milano con una manifestazione dei sindaci.
E anche gli appuntamenti nazionali che ormai sono diventati parte dell’agenda degli enti locali, come il Festival delle città, che rinnoveremo il 2, 3 e 4 ottobre a Roma, tra poche settimane, che sarà l’occasione di un confronto tra i livelli locali e nazionali. Un confronto politico e amministrativo su tanti temi.
In questi anni con la presidenza di Ricci, anche l’assemblea annuale che abbiamo tenuto ogni anno in una città diversa è stato un appuntamento politico importante. Poi si sono aggiunte iniziative specifiche, penso agli Stati Generali della Bellezza, che sono arrivati alla loro terza edizione. La prossima sarà a Cava dei Tirreni e siamo stati a Cuneo a luglio.
È un appuntamento che sta suscitando sempre più interesse anche per chi si occupa di politiche culturali, beni culturali, turismo, cura delle città, o l’iniziativa promossa di cui l’associazione è parte fondatrice della Rete dei Comuni Sostenibili.
Ecco, tutto questo lavoro, tutte queste battaglie, iniziative a cui abbiamo partecipato hanno ridato a ALI un ruolo di attore politico nazionale.
Credo che il riconoscimento massimo di questo punto di vista sia stato il fatto che noi, avendo sin dall’inizio aderito alla lotta contro la riforma sull’autonomia differenziata e essendoci associati subito al comitato promotore per la raccolta delle firme per il referendum, siamo stati scelti dal comitato stesso come sua sede, nella nostra casa in via delle botteghe oscure 54.
Ricordiamocelo, noi votiamo Sì per l’abrogazione.
Ma voteremo Sì anche per un’idea diversa di autonomia e qua risiede il protagonismo della nostra associazione, e questo sarà uno dei temi di questa giornata, del festival delle città e nel lavori di questo anno.
Mi piace pensare che noi abbiamo costruito, questo sì all’abrogazione di questa legge che divide l’Italia, ma facendo in modo che diventi un Sì a favore di un progetto di una nuova visione delle autonomie dentro l’unità nazionale. Lo facciamo qui da Roma, dal Campidoglio, dal luogo simbolo del rapporto del governo locale e di un’idea di unità del paese.
Ecco questo è ancora più importante, in questo momento così difficile, in cui il governo si rapporta con il sistema della autonomie locali in una maniera totalmente vessatoria.
Pensiamo all’atteggiamento che ha avuto la maggioranza nel PNRR sul quale si è andati avanti con il definanziamento delle opere, con il conseguente rallentamento delle stesse e un atteggiamento quasi di disprezzo del lavoro che era stato istruito.
Alcune attività si sono fermate, sono state rimodulate dentro un’idea burocratica che è stata di centralizzazione intorno alla coordinamento degli investimenti sul PNRR, come è stato di centralizzazione per quel che riguarda le ZES, il provvedimento delle ZES, che ha colpito pesantemente le regioni del mezzogiorno.
Noi siamo di fronte ad una visione di questo governo che è una visione fortemente centralista, in cui l’elemento dell’autonomia differenziata non viene giocato per favorire i territori, ma viene giocato intorno ad un’idea di nuovo centralismo regionale piuttosto che di costruzione di un’armonia di rapporto di comuni, province e sistema complessivo di governo del territorio.
Ecco di fronte a questo atteggiamento la nostra associazione si colloca chiaramente non solo su un’altra prospettiva ma concretamente in un’iniziativa per ricostruire attorno alle nostre proposte, alle nostre idee anche un’attenzione, un sensibilità, una mobilitazione dei cittadini.
Perché intorno alle amministrazioni c’è tanto un consenso che va oltre il consenso politico proprio. Perché i comuni, i sindaci e le amministrazioni si occupano dei più deboli, dello stato sociale, dei trasporti, delle questioni che toccano direttamente le vite dei cittadini.
E quello che ci aspettiamo dalla prossima legge di bilancio purtroppo è un intervento non in questa direzione, in cui i tagli saranno fortemente orientati a ridimensionare i trasferimenti diretti e indiretti alle amministrazioni locali.
E questo non riguarda il ceto politico, non riguarda solo la nostra parte politica, riguarda la capacità delle amministrazioni di poter dare servizi alle persone, di poter dare servizi alle cittadine e ai cittadini.
E per questo noi abbiamo il dovere di raccontare all’opinione pubblica che i prossimi anni se saranno faticosi nelle città lo saranno per scelte miopi che stanno maturando sul piano nazionale, che vanno a penalizzare gli enti locali ma di cui non ci sarebbe necessità.
Lo abbiamo dimostrato nel periodo del Covid. In quel periodo così difficile con il governo Conte 2 si è fatto un grosso investimento sugli enti locali. Facendolo abbiamo dimostrato che la ripartenza del Paese e la sua tenuta si fonda sulla capacità dei comuni di organizzare le reti di solidarietà, ma di essere allo stesso tempo la prima e principale stazione appaltante del Paese, capace, se supportata adeguatamente, di rimettere in circolo risorse per far ripartire e far crescere l’economia.
E quindi Auguri di buon lavoro a tutti noi ma soprattutto, orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto, siamo fiduciosi che i nuovi gruppi dirigenti, senza Ricci e il sottoscritto, sapranno fare anche meglio di quello che abbiamo fatto.