«E’ un giorno importante per la nostra associazione, chiudiamo una stagione, facciamo il bilancio, tracciamo un nuovo orizzonte, ne fissiamo i paletti». Inizia così l’intervento di Micaela Fanelli, Vicepresidente nazionale di Ali e consigliera della regione Molise, all’Assemblea di Ali. Un ringraziamento sentito a Presidente Matteo Ricci e al Segretario generale Valerio Lucciarini per il lavoro svolto in questi anni, sei assemblee due congressi, «un lungo percorso in un momento in cui l’Italia, Europa e i nostri comuni hanno conosciuto evoluzioni stravolgenti, transizioni difficili, momenti delicati che hanno richiesto un fortissimo gioco di squadra. ALI in quei momenti e in quel gioco di squadra c’è stata, appieno, con generosità e facendo il lavoro che una vera associazione fa. Ora vogliamo definire insieme una nuova partenza, forti dei traguardi raggiunti».
I numeri di ALI innanzitutto: «Ali è cresciuta nella quantità e nella qualità della rappresentanza, non solo dei comuni ma anche di province, regioni; in modo omogeneo, città e aree interne, laddove altre organizzazioni non riescono a fare questo grande lavoro di ricucitura verticale e orizzontale», spiega Fanelli. E sui servizi di Ali, «sempre più qualificati e sempre più mirati, sempre più innovativi» aggiunge la Vicepresidente, «grazie anche a Leganet, ma non solo perché ALI sulla parte valoriale e dei servizi si è qualificata e attestata su un orizzonte ambizioso scegliendo aree di attività – dice Fanelli – , non proseguendo sul percorso tracciato dei comuni la dove c’era bisogno ma ha anche saputo traghettare tracciando nuove rotte: sulle energie rinnovabili, i Bes, le misurazioni dei target e le sfide ambientali, su quello che è il nuovo, verso cui dobbiamo portare tutti i comuni». Sulla rappresentanza, che Fanelli descrive «educata e generosa, e dove talvolta non era facile stare insieme ad Anci, ma grazie all’intelligenza e alla professionalità del Presidente Ricci e il Segretario Lucciarini siamo riusciti a tracciare quel perimetro. Non era facile perché avevamo un mandato preciso che era quello di essere cinghia di trasmissione delle battaglie progressiste con equilibrio, senza mai andare necessariamente in prima fila ma sapendo spingere la prima fila; facendo squadra, anche al di là delle appartenenze politiche: come abbiamo fatto con l’approvazione dell’odg a sostegno del sindaco Decaro e della città di Bari, o la battaglia per l’abuso d’ufficio, o per il terzo mandato dei sindaci, senza timore e oltre il tatticismo politico. Abbiamo portato avanti tante battaglie di questi anni – prosegue Fanelli – , per la pace, per la legalità, per le migrazioni, i diritti, il lavoro, la coesione, contro l’autonomia differenziata, sul Pnrr e il tema degli appalti, l’uguaglianza di genere», elenca nel suo intervento, ricordando anche nei dettagli le tante manifestazioni a cui Ali ha aderito e a cui ha partecipato in prima fila con i suoi sindaci».
«Abbiamo saputo indicare una visione, esprimere energia e una grande capacità di comunicazione ai nostri associati ma anche a tutti i comuni che guardavano a noi, dandoci sempre un traguardo e indicando oggi un nuovo patto per l’Europa, i sindaci per gli Stati Uniti d’Europa», aggiunge. E proprio su questo punto Fanelli sottolinea la necessità di dare una nuova e maggiore rappresentanza in Europa alle forze progressiste: «sono stata membro del Comitato delle Regioni a lungo, capo delegazione dei Comuni, ho fatto attività in Europa; sono convinta che abbiamo sì bisogno di Europa dentro i Comuni, ma molto di più abbiamo bisogno di Comuni in Europa, nel Parlamento europeo. Abbiamo bisogno di un nuovo sistema di governo capace di superare l’attuale fase, di una nuova riforma, non l’arretramento sui nazionalismi o il ritorno all’Intergovernabilità, ma maggiori decisioni a maggioranza: una difesa comune e un bilancio comune; abbiamo bisogno di quello che abbiamo fatto durante il covid, quando alcuni paesi hanno rinunciato a una sovranità per mettere insieme delle scelte che hanno fatto sì che quando arrivava un vaccino non era detto che arrivasse al più ricco degli imprenditori tedeschi e non all’ultimo dei pensionati italiani: si fece una scelta di comunità al di sopra degli interessi singoli. Quella è l’Europa che vogliamo.
Abbiamo bisogno di combattere per la coesione territoriale che porta a quella economica e sociale, che portano alla pace.
È un traguardo che non abbiamo ancora raggiunto, e che anzi in Italia conosce il peggior fallimento: non abbiamo avanzato di una virgola – sottolinea Fanelli – ella chiusura delle forbici della disuguaglianza tra Nord e Sud. Permane oggi il rischio di veder aumentare questa forbice anche con il Pnrr, perché chi è più veloce continuerà a correre più veloce, per la maggiore capacità progettuale e di stare sui progetti, e chi è più lento andrà più lento. Abbiamo bisogno dunque di una spinta progressista in Europa perché non è solo l’efficienza e la velocità a riunire le parti che vanno più lente e che sono rimaste indietro del Paese con quelle che vanno più veloci in Europa, è la spinta di meccanismi che abbiano davvero la capacità di prendere per mano gli ultimi, ossia i piccoli comuni. Questo Ali lo ha fatto e lo fa oggi – conclude il suo intervento Fanelli – , al centro della missione di questi anni è l’attenzione a quel 75% del territorio a quei circa 6000 sindaci che costituiscono il 25% della popolazione italiana e che non hanno voce, perché le aree interne non hanno voce. Io immagino una riforma dell’Europa che sappia fare questo, per questo è importante votare sindaci, amministratori che sappiano perorare nuove politiche europee: perché sull’agricoltura, sulle scelte in favore soltanto di alcune città grandi, sui motori dello sviluppo, sui grandi porti l’Europa c’è; ma rispetto ad alcune battaglie abbiamo bisogno di uomini e di donne che le sappiano rappresentare in politiche dei territori più capaci di fare quell’uguaglianza. Per questo occorre l’impegno di tutti noi, un sostegno forte ai nostri amministratori».
Di Valentina Guiducci, ufficio stampa ALI