Speciale Assemblea ALI 2024
L’assemblea annuale di Ali si è tenuta quest’anno nella città di Pesaro, Capitale italiana della cultura, e si è aperta, la mattina del 21 marzo, con i saluti istituzionali del Segretario generale di Ali Valerio Lucciarini De Vincenzi e la relazione del sindaco di Pesaro e Presidente nazionale di Ali Matteo Ricci.
«Ali, alla vigilia delle elezioni europee, vuole porsi un obiettivo, tentare attraverso la rappresentanza degli enti locali di condizionare in termini virtuosi questa emancipazione necessaria di cui c’è bisogno nel nostro Paese e in Europa», ha spiegato Valerio Lucciarini parlando dell’intento di andare verso gli Stati Uniti d’Europa, tema centrale e che ha dato anche il titolo all’assemblea di Ali quest’anno: “I comuni d’Europa”.
«Chiediamo che la cittadinanza europea sia uno spazio da valorizzare e anche da costituire – ha aggiunto –. Farlo guardandolo dall’approccio visuale dei Comuni secondo noi è una opportunità che non si può mancare. Le autonomie locali stanno vivendo un momento di lancio grazie alle risorse del Pnrr che riescono a mettere in circolo investimenti importanti – ha detto il Segretario –. D’altro canto permangono le difficoltà come quelle del bilancio corrente e quindi diventa difficile procedere a una pianificazione amministrativa che guarda alla sostenibilità in senso generale. Come Ali tentiamo di essere un pungolo che vuole cercare di salvare le autonomie stesse».
E sul caso Bari, ha sottolineato che «è un caso che preoccupa per come si è generato. Come Ali vogliamo esprime totale solidarietà al sindaco Decaro e alla città di Bari».
«Per noi è un anno magico, con Pesaro Capitale della cultura – ha detto Matteo Ricci nella sua relazione –. Si tratta di un progetto nato dieci anni fa, quando trovai un territorio più povero. Abbiamo scelto di legare la nostra economia alla manifattura, ma investendo su bellezza e cultura». I sindaci e gli amministratori locali «governano mettendo in campo una visione tra ambizione e pragmatismo quotidiano. Abbiamo reso Pesaro Capitale della cultura con un dossier chiamato “La natura della cultura”. E ancora: «Noi amministratori, pur occupandoci delle nostre realtà locali, ci rendiamo conto di cosa vuol dire essere protagonisti, come Paese, in un mondo che sta cambiando, di quanto è importante la democrazia, che oggi è minoritaria e non va di moda. Oggi l’Europa è circondata dalla guerra. Ricordo che la mattina seguente all’invasione dell’Ucraina stavamo già programmando iniziative. Abbiamo fatto bene ad aiutare il popolo ucraino anche con le armi, altrimenti ci sarebbe stata un’invasione totale. Abbiamo condannato Hamas e l’attacco a Israele. Però, poi, Netanyahu ha scambiato il diritto di difendersi con la vendetta. E cosa sta facendo l’Europa per contribuire alla pace? Niente – prosegue Ricci –. Finché l’Europa non avrà una politica estera ben precisa, non conterà nulla. Un’Europa così com’è organizzata non funziona. O riprenderà il percorso di uno Stato federale, o altrimenti il popolo italiano non conterà nulla nei prossimi anni, e questo riguarda anche la pace e la democrazia. Non è sufficiente la politica che questo Governo sta portando avanti. Anche in Europa le formazioni estremiste sono in crescita. Ecco perché siamo amministratori che credono che occorrano amministrazioni più grandi per risolvere problemi più grandi. Per questo abbiamo promosso come Ali insieme al Movimento Europeo Italia il “Patto dei Sindaci per Gli Stati Uniti d’Europa”, perché non c’è futuro per i nostri Comuni se l’Europa non cambierà, proseguendo, attraverso la riforma dei Trattati, un percorso verso un’Unione Europea più federale. Oggi tanti sindaci hanno sottoscritto il Patto e da domani lo invieremo a tutti gli amministratori d’Italia. Abbiamo lanciato una sfida anche culturale al sovranismo, che è un inganno per i popoli – incalza Ricci –. La maggior parte dei sindaci italiani è convintamente europeista. Ali si pone l’obiettivo di rappresentare proprio questa spinta, questa forza: una rete di amministratori che si batteranno contro ogni logica politica che punti a piegare le ragioni di Stato alle ragioni di partito. Lo abbiamo visto con la vicenda di Bari, ma anche con la
discussione sul terzo mandato – continua Ricci – . In quest’ultimo caso, alla fine la Premier Meloni ha valutato per ragioni interne che la discussione non dovesse andare avanti, ma non per un ragionamento istituzionale sull’opportunità o meno di lasciare solo i sindaci sopra i 15.000 abitanti con un limite di due mandati: il suo è stato solo un ragionamento politico. E la stessa cosa è avvenuta anche rispetto alla riforma Calderoli, perché è chiaro che l’Italia in questo momento non va differenziata ma ricucita e per questo continueremo a batterci e a credere in un referendum abrogativo. O con la normativa Bolkestein: invece di mettere a gara le attuali concessioni ha pensato bene il Governo di mettere a gara le spiagge libere. Tutto questo noi lo impediremo, combatteremo sempre per i nostri territori e le nostre comunità. Non accettiamo che le istituzioni siano usate a fini politici», conclude Ricci.
Di Stefano Colagiovanni e Valentina Guiducci