Il pomeriggio del giorno di apertura della seconda edizione degli Stati Generali della Bellezza è stato inaugurato da un panel molto speciale: “Puglia, cantiere bellezza”, a cui hanno partecipato Alfonso Pecoraro Scanio (presidente della fondazione Univerde), Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto), Lorenzo Marchio Rossi (vicepresidente Provincia Barletta-Andria-Trani), Michele Sonnessa (presidente associazione nazionale “Città dell’olio”), Anita Guarnieri (sovrintendente BAT e Foggia), Grazia Di Bari (consigliere delegato alla Cultura Regione Puglia) e Gianfranco Lopane (assessore al Turismo Regione Puglia); ha moderato Enzo Magistà (direttore di Telenorba).
Il primo intervento, quello di Alfonso Pecoraro Scanio, autore di una disamina lucida e pungente: «Le transizioni ecologica e digitale vanno messe insieme, non divise, perciò bisogna parlare di misurabilità degli interventi. Il digitale è fondamentale e i Comuni sono la prima frontiera in questo senso. La transizione ecologica va accentuata e l’Italia deve lavorare per portarla in prima linea: abbiamo un milione e mezzo di cittadini e imprese produttori di energia. Siamo una guida rispetto questi argomenti.
Sul turismo affrontiamo una grande sfida e ora siamo in una fase in cui c’è stato un aumento del 43% di ingresso di flussi dall’estero. Ma questi flussi vanno governati. Bisogna integrare un’offerta turistica che veda protagonisti i piccoli Comuni».
Rinaldo Melucci si è concentrato sull’importanza dell’impatto economico dei beni culturali del territorio: «La bellezza è una leva economica, non serve per specchiarsi nel territorio, ma per fare attrazione economica. In Puglia negli ultimi anni è mancato un quadro d’impresa, c’è ancora qualche disallineamento in programmazione regionale. Oggi Taranto investe sul racconto dell’arte contemporanea. Taranto deve lavorare su un percorso di valorizzazione legato all’arte e agli ecosistemi. Seguendo questi principi, la Puglia si candiderà per essere la terra dell’esperienza e dell’innovazione di pensiero».
«Uno dei valori che dobbiamo difendere è quello legato alle nuove generazioni: non possiamo lasciare che i nostri giovani abbandonino senza alcun pensiero questo nostro territorio meraviglioso. Occorre accrescere questo nostro patrimonio, che alcuni conterranei addirittura non conoscono. La Puglia non è più la Cenerentola di una volta», ha dichiarato Lorenzo Marchio Rossi, che non dimentica l’importanza di preservare anche le nuove generazioni, prima di cedere la parola a Michele Sonnessa, il quale ha spiegato come l’olio, uno degli elementi cardine del turismo enogastronomico abbia più rilevanza di quanto sembri: «Stiamo lavorando al progetto dell’olio-turismo, soprattutto dopo la legge da poco dedicata. Si tratta di un’opportunità importante per i valori che l’olio rappresenta, che ci caratterizzano e ci identificano nella nostra biodiversità. Si può dare opportunità di rinascita a tutte le nostre realtà. Bisogna mettere in campo strategie di marketing adatte. Abbiamo il dovere di costruire una visione di sviluppo sostenibile e lo stiamo facendo attraverso le città dell’olio. La Puglia è un esempio di straordinaria bellezza».
Mentre Anita Guarnieri spiega al pubblico il suo punto di vista sul concetto di “ricchezza”: «Oggi preferisco parlare di “ricchezza”: in alcune province c’è una ricchezza di patrimonio “vergine”, legate anche a diversi progetti, ma gran parte merita di essere valorizzata e per questo insieme all’amministrazione comunale di Andria e altre stiamo progettando un percorso di programmazione e scoperta su cosa vale la pena puntare. E in quest’ottica è importante puntare sul PNRR», Grazia Di Bari tocca un altro tema fondamentale, quello della disparità tra Nord e Mezzogiorno: «In Puglia il rapporto cultura-turismo funziona. La nostra offerta culturale è molto valida, nonostante le varie fatiche dalla pandemia a oggi. Puntiamo a superare il gap tra Nord e Sud e per riuscirci, bisogna puntare sulla fruizione sostenibile di questi nostri valori. Il partenariato pubblico-privato deve essere sostenuto. Bisogna agire sulla felicità dei nostri cittadini, per lavorare sull’accoglienza del territorio: così, chi verrà in Puglia, si sentirà egli stesso cittadino della Puglia».
L’intervento conclusivo è di Gianfranco Lopane, che individua, in una manciata di punti, su quali è necessario impegnarsi per valorizzare il territorio: «La Puglia deve cominciare a guardare al turismo come a una serie di lenti con le quali guardare la vita dei pugliesi. Non come un parco giochi, ma come strumento di occupazione di servizi, di miglioramento civico.
La strada è ancora lunga. Un primo indicatore fondamentale è quello secondo cui nei mesi cosiddetti “di spalla”, la presenza degli stranieri supera quella degli italiani. Poi c’è il tema della stagionalità: la Puglia deve crescere in particolari mesi dell’anno, non solo a luglio-agosto, e lo sta facendo anche grazie a un’offerta turistica non solo legata al turismo marittimo, ma a quello culturale. Un altro aspetto, imprescindibile, è quello enogastronomico. Infine, il tema del turismo sostenibile, garantito da un paesaggio straordinario, magari attraversato a piedi con lentezza; così come, parallelamente, riuscirà a spopolare il grande fenomeno del cicloturismo».