È stata un bel successo la seconda edizione degli Stati Generali della Bellezza svoltasi a Andria dal 12 al 14 luglio. Tanta partecipazione, presenze autorevoli e interventi di qualità. Un’accoglienza davvero speciale, grazie all’impegno della città di Andria e della sua sindaca Giovanna Bruno e all’attenzione della Regione Puglia: il presidente Michele Emiliano è intervenuto, molto in sintonia, e ha anche annunciato l’adesione della Regione a ALI. Dopo la prima esperienza fatta l’anno scorso a San Gimignano, anch’essa molto ben riuscita, prendono corpo un’idea e un’aggregazione di valore, che rispondono ad una domanda molto forte sui temi e le politiche della cultura e del turismo sostenibile.
Un salto di qualità si è fatto con la presentazione e la sottoscrizione della Carta delle Città della Bellezza, un’iniziativa inedita, un protocollo d’intesa che fissa ispirazioni e obiettivi precisi, rifacendosi ai pilastri della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali e ambientali e all’Agenda 2030 dell’Onu.
Con la Carta, sottoscritta nella splendida e suggestiva cornice di Castel del Monte di Andria, i sindaci chiedono “il pieno riconoscimento e l’integrazione della cultura e dell’economia creativa nei processi e nelle politiche di sviluppo, coinvolgendo tutti i livelli della società, comprese le comunità locali, come motore e facilitatore per il raggiungimento degli Obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile”.
Nella Carta c’è la promessa di valorizzare e sviluppare le esperienze innovative che, partendo dalla valorizzazione dei Siti Italiani del Patrimonio Mondiale UNESCO, hanno realizzato programmazioni organiche e coinvolto le forze culturali dei territori, rendendole protagoniste e produttive, com’è avvenuto con la selezione della Città Italiana Capitale Europea della Cultura e con quelle che hanno concorso al titolo di Capitale Italiana della Cultura. A progettare con un alto e unitario profilo di contenuti culturali e realizzare nel tempo quanto via via previsto nei dossier, rendendosi disponibili alla valutazione ex post e alla misurazione dei risultati.
Di particolare importanza è l’impegno, concreto, ad assumere il metodo della pianificazione con nuovi strumenti di programmazione e regolazione, promuovendo con percorsi partecipati costruttivi piani strategico-operativi della cultura. Piani che programmino mappature e attività programmatorie e progettuali di cura e accessibilità del patrimonio storico; di ampliamento dei luoghi della produzione, della fruizione e dell’incontro-aggregazione; di apertura alla contemporaneità; per la disponibilità dei mezzi di trasmissione, dal libro, al cinema, alla multimedialità digitale; per la coltivazione della memoria storica. Ciò, investendo per realizzare progetti, necessari per accedere a risorse aggiuntive a quelle che i Comuni possono impiegare e per creare un tessuto di competenze professionali e d’impegno volontario.
L’obiettivo è connettere l’offerta culturale con quella turistica, puntando sulla qualità, sulla sostenibilità per la preservazione dell’identità dei contesti territoriali e per la salvaguardia dell’ambiente. Preservando la differenziazione, che è la bellezza più grande e la nostra base di ricchezza, per evitare il mero consumo di prodotti culturali promuovendo invece la produzione di contenuti culturali tramite azioni finalizzate allo sviluppo dell’industria culturale e creativa. Garantendo sostenibilità e un’etica del turismo, quando le maggiori città turistiche italiane soffrono ormai l’overtourism. Quando in contesti preziosi e delicati, quale quello del Parco delle Cinque Terre “va in scena la turistificazione, ovvero la sostituzione di una comunità con una non comunità come quella turistica”, come ha denunciato in queste settimane lo scrittore Maurizio Maggiani. Chiaro come l’iniziativa abbia obiettivi condivisi con quella già in campo della Rete dei Comuni Sostenibili, fatta dagli enti che fanno monitorare le proprie politiche, anno per anno, secondo indicatori riferiti all’Agenda 2023 per poi fare agende locali.
Sono oggi 66 i Comuni che hanno sottoscritto la Carta delle Città della Bellezza, un’intesa aperta anche ai comuni non associati ad ALI, che ha l’obiettivo di fare rete tra amministrazioni locali e fra amministrazioni e attori sociali (altre associazioni, fondazioni, competenze), in interlocuzione con regioni e governo. Fra i primi firmatari, oltre alla sindaca di Andria, il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antionio Decaro e Matteo Ricci, presidente di ALI e sindaco di Pesaro, la città che sarà Capitale Italiana della Cultura nel 2024.
La bellezza e lo sviluppo sostenibile si intrecciano, dunque, con la cultura dei luoghi e dei territori e trasformano le nostre terre in vere opportunità, determinanti nell’affrontare le sfide economiche, sociali ed ecologiche della società, a tutti i livelli, a partire proprio dalla consapevolezza e dalla partecipazione attiva delle comunità locali.
Le nostre comunità devono diventare protagoniste di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e anche nella promozione turistica e culturale devono poter condividere gli obiettivi con i governi e le autorità locali. Un primo passo importante che di sicuro vedrà altre città aderire alla Carta, per far crescere questa rete di Città della Bellezza e lavorare insieme alla crescita sostenibile dei nostri territori.
*di Marco Filippeschi, Direttore dell’Ufficio Studi di ALI, coordinatore del Comitato scientifico della Rete dei Comuni Sostenibili