«Ho sentito la preoccupazione di molti vescovi del Meridione di fronte al progetto delle autonomie». Il Presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, è intervenuto al Congresso di Ali con parole chiare e forti. «Non c’è sostenibilità senza solidarietà – ha detto – , che non toglie a qualcuno ma rende tutti migliori: questo progetto si chiama bene comune e non c’è bene se non c’è comune. Il tema delle autonomie – ha spiegato – è molto più serio e profondo di una zuffa politica. Dobbiamo guardare al futuro davvero e quindi anche alle differenti posizioni, sperando di avere a cuore la stessa cosa, cioè che le diversità siano una ricchezza e non una divisione. Solo pensandoci insieme e nella solidarietà troviamo le soluzioni per tutti quanti: abbiamo uno Stato e un’Europa a cui rendere conto». Per Zuppi l’autonomia «è un valore nella misura in cui risponde alla domanda di sussidiarietà. Ogni territorio deve essere messo nelle condizioni di dare il meglio di sé, le istituzioni centrali devono aiutare tutte le iniziative dei territori e il locale è la dimensione che esprime vicinanza e prossimità’ per un bene comune più grande: non possiamo scambiare una legittima autonomia con un egoismo di un singolo gruppo. Non esiste una vera sussidiarietà senza solidarietà. Questo principio funziona se parte dai territori più fragili e deboli; dobbiamo difendere lo spirito di squadra, non solo perché il principio costituzionale ci invita a pensarci insieme». Secondo Zuppi, «c’è molto da ricucire perché c’è molta lacerazione e ci sono troppe lacerazioni che durano da troppo tempo, tanto da pensarci distanti. Nessun uomo e nessun ente sono un’isola e solo nel concetto dell’essere insieme si trovano le soluzioni, con una consapevolezza di guardare al futuro. Il vostro è un servizio alla comunità – ha detto alla platea degli amministratori presenti – e per questo vi ringrazio, ma vi esorto a continuare a farlo per il bene comune. Quindi vi serve molto filo e molta pazienza».
Sul Pnrr, tema al centro delle discussioni locali e nazionali in questi giorni, Zuppi ha sottolineato che «è una grande opportunità; leggendo i giornali mi pare che facciamo molta fatica a metterlo in pratica, ma questo non deve essere un motivo per azzopparci ancora, bensì per individuare le debolezze e trovare un sistema per rimediare. Se buttiamo via il Pnrr – ha aggiunto Zuppi – vuol dire che chi va bene continua ad andare bene e chi va male continua a stare peggio e si va avanti a casaccio. Ecco non si può decidere, usando una metafora del mio settore, ‘alla viva il parroco’: si tratta di un piano e quindi dobbiamo studiare e scegliere, ma soprattutto non possiamo rimandare. Dobbiamo scegliere e dobbiamo farlo noi, non qualcun altro».