Mattia Palazzi: la chiave è creare un legame di appartenenza del nostro patrimonio culturale con i cittadini
Mantova è stata Capitale della Cultura 2016. Il Sindaco Mattia Palazzi, intervenuto agli Stati generali della Bellezza, ha spiegato che di quella esperienza si possono valutare due fattori, uno esogeno e uno endogeno. Il primo consiste nell’accendere i riflettori sulle nostre città, il secondo, “che è quello più importante perché se lo gestisci bene è quello che dura di più, è rappresentato dall’avere un motivo, una sfida e l’entusiasmo di mettere insieme le energie di una città e provare a sprovincializzarla”. Mantova è da sempre in Italia tra i primi 5 posti per spesa culturale pro capite, ma – ha spiegato Palazzi – volevamo provare a fare qualcosa in più, di nuovo. A distanza di ormai 7 anni sono tante le cose rimaste da quell’esperienza: le biblioteche aperte anche la sera fino alle 22, compreso il sabato e la domenica mattina (“io sono sul modello biblioteca come autogrill – ha detto Palazzi – dovrebbero essere aperte 7 giorni su 7, h24, perché nelle città sono fondamentali questi luoghi”), Palazzo Te, un luogo vivo e frequentato da tanti ragazzi, e tante altre iniziative pensate anche per i più piccoli, per avvicinare alla cultura differenti generazioni usando le emozioni.
“Quello che è rimasto di quella esperienza è l’idea di usare il nostro patrimonio in una chiave diversa e non accontentarci del fatto che Mantova sia conosciuta o che abbia una grande dote turistica, ma provando a ridare a quel patrimonio un legame di appartenenza con chi vive la città tutti i giorni. Perché alla fine la domanda che dobbiamo farci è: questo patrimonio noi lo abbiamo solo per i turisti o deve continuare a parlare anche a chi nella città ci vive e ci nasce o ci arriva?
Per far tornare un cittadino in un luogo culturale occorre dare alla collettività un motivo valido, “altrimenti non lo difendono quel patrimonio”, sottolinea Palazzi, che cita Palazzo Te: “se lo percepiscono come qualcosa che riguarda solo i turisti, quando il sindaco decide di impiegare otto milioni per recuperare il tetto o rifare le facciate, possono risponderti di impiegare quei soldi per un’altra cosa. Ma se invece lo sentono loro, un luogo che produce per loro quotidianamente occasioni anche divertenti, allora tutto cambia di significato e c’è un profondo senso di rispetto per quel luogo”.
*Di Valentina Guiducci, Ufficio stampa ALI