La creatività come elemento strategico di crescita e di sviluppo urbano sostenibile è l’elemento che unisce il network della Città Creative UNESCO.
Le 295 città, nei paesi di tutto il mondo, che attualmente fanno parte della rete, collaborano per un obiettivo comune: fare della creatività e dell’industria culturale il centro dei loro piani di sviluppo a livello locale e collaborare attivamente a livello internazionale, attraverso 7 aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali: Musica, Letteratura, Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia e Cinema.
Attualmente in Italia le Città Creative sono 13: la prima è stata Bologna (Musica), nel 2006, seguita da Fabriano nel 2013 (artigianato e arte popolare) e poi Torino (design), Roma (cinema), Parma (gastronomia), Milano (letteratura), Pesaro, nel 2017, per la Musica, Carrara (artigianato e arte popolare), Alba (gastronomia), Biella (artigianato e arte popolare), Bergamo (gastronomia), Como (artigianato e arte popolare), Modena (media arts). La Rete sostiene e consente gli scambi artistici e il partenariato della ricerca sia con le città presenti che con il settore pubblico e il settore privato. Inoltre, le Città Creative contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Pesaro Città Creativa UNESCO della Musica
Dal 31 ottobre 2017, Pesaro è dunque Città Creativa UNESCO della Musica. Un risultato ottenuto perché la musica è ciò che meglio esprime il genius loci pesarese e connette le tante anime di questa città di provincia vivace come una metropoli: le solide radici di arte e cultura e l’effervescenza contemporanea, la storia antichissima e il moderno centro balneare, la tradizione agricola e quella marittima. La figura e le opere di Gioachino Rossini, il Conservatorio, le diverse istituzioni musicali fondate fra il XIX e il XX secolo non sono semplici beni materiali di cui Pesaro è erede ma esprimono una fitta rete di conoscenze, patrimoni e professionalità multidisciplinari che formano l’identità cittadina. Ma c’è dell’altro: la musica, come linguaggio senza tempo e strumento di dialogo fra civiltà ha permesso alla città di interagire anche con la contemporaneità della scena indipendente con un’alta concentrazione di talenti che hanno un respiro internazionale. Pesaro ha scelto la musica come motore di una strategia di sviluppo basata sulla valorizzazione creativa del patrimonio culturale e la sinergia fra cultura, turismo, sociale e formazione. E da questo punto di vista l’investimento è partito dai luoghi, ovvero quei contenitori piccoli e grandi in grado di accogliere e valorizzare al meglio le proposte e le attività culturali che la città può ospitare. I teatri e gli spazi dedicati allo spettacolo non sono solo i destinatari di un prodotto finito, ma diventano luoghi di creazione e allestimento di nuove opere che, dopo il debutto, saranno pronte per occupare le sale di tutto il mondo, per esperienze che rimangono nel cuore degli artisti e delle produzioni che hanno visto la luce nel nostro territorio.
Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024
Lo stimolo di un lavoro profondamente legato al territorio in una sinergia totale tra cultura, turismo, sport, patti di rigenerazione urbana e grandi eventi, ha generato quello per la candidatura a Capitale italiana della cultura 2024, dove Pesaro ha vinto per aver gettato lo sguardo sul futuro, sulla rigenerazione della città a mezzo cultura, immaginando il quartiere che non c’è.
Pesaro non è la prima città marchigiana a candidarsi per l’ambito riconoscimento di Capitale della Cultura: si deve andare al 2018 per ritrovare la candidatura di Recanati, giunta anche nelle 10 finaliste, ma che fu battuta da Palermo. Sfumò anche il sogno di Macerata sul 2020, realizzato da Parma. La scelta di Procida ha visto la sconfitta di Ancona, anch’essa giunta nelle prime 10 in lizza per il 2022, mentre Fano aveva già abbandonato da tempo il percorso di candidatura per lo stesso anno. Urbino, nel 2013, lanciò la sua candidatura a capitale Europea della Cultura 2019, riconoscimento che fu assegnato a Matera. E fu proprio in occasione della fine dell’anno di Matera che partì l’idea di candidare una intera provincia, Pesaro e Urbino a Capitale europea della cultura 2033, sulla cui onda è nata la corsa per capitale italiana nel 2024. Una candidatura che basa il suo progetto sulla sinergia di tutti i comuni della provincia, tra cui proprio Fano e Urbino di cui saranno recuperati i rispettivi progetti. L’obiettivo è quindi quello di sviluppare un programma di totale coinvolgimento di un intero territorio, in una visione plurale e condivisa.
La natura della cultura
Sin dal titolo e claim del dossier di candidatura si comprende come, di nuovo, non si è guardato solo al glorioso passato della città, ma si è cercato di cogliere la sfida sul futuro, condividendola con il territorio provinciale, per rendere questa vittoria una festa per tutta la regione Marche. “La natura della cultura” contiene l’idea di una città a misura d’uomo: non solo il concetto di città dei 15 minuti (che a Pesaro diventano 5), ma quello di andare alle radici del senso della elaborazione e della produzione culturale di Pesaro e di una intera provincia, partendo sicuramente da quelle che sono le radici e gli archetipi, ma anche immaginando la cultura come strumento per immaginare una città nuova, una provincia nuova e una società nuova a partire dalla cultura stessa. Indagare la natura della cultura ha significato immaginare con i suoi cittadini la città che non c’è, dai quartieri ai borghi del territorio circostante, ponendo i legami tra arte, natura e tecnologia alle radici di un nuovo concetto di cultura diffusa, inclusiva, in dialogo con l’ambiente che l’umanità condivide con il resto del vivente.
*di Daniele Vimini, Vicesindaco di Pesaro e Assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro