Start up Tunisia è un progetto di cooperazione allo sviluppo che ha promosso la costruzione di partenariati territoriali nel settore dello sviluppo economico locale tra l’Italia e la Tunisia, in particolare tra il Comune di Fano e il suo sistema socio-economico e i governatorati di Jendouba, Béja e Bizerte. Siamo nel Nord Ovest della Tunisia, un’area con un tasso di disoccupazione giovanile e femminile molto elevato ma anche una delle zone più ricche e importanti a livello naturalistico. Obiettivo del progetto è stato proprio quello di creare posti di lavoro per giovani e donne nel settore dell’agricoltura, dell’allevamento, della trasformazione alimentare e dei servizi contribuendo a creare o rafforzare 30 piccole e medie imprese sostenibili gestite da donne e da giovani in questi settori. Ciò è stato possibile grazie all’accompagnamento tecnico e finanziario di piccole e medie imprese che sono state supportate dal sistema pubblico/privato della Città di Fano. Il partenariato ha svolto un ruolo strategico nel progetto, sia perché ben interpreta obiettivi e finalità della Legge 125/2014 sia perché si inquadra nell’iniziativa dei partenariati territoriali, dove si misura il sistema della cooperazione italiana allo sviluppo che mette insieme autorità locali, organizzazioni della società civile, Università, Fondazioni e imprese.
Il Comune di Fano, capofila del progetto, ha coinvolto attori importanti del territorio marchigiano e gli stessi partner, quali il Consorzio BIO Marche, hanno poi coinvolto le imprese del territorio che hanno dato un contributo rilevante al progetto partecipando alle missioni in Tunisia e alle attività di formazione. Gli enti locali sono sicuramente attori protagonisti, perché erogano i servizi nel territorio, conoscono e rilevano i fabbisogni, fanno regia e favoriscono l’incontro tra pubblico e privato. Con Start Up Tunisia si è partiti da una lettura del territorio, si è colta una specificità e si sono messi insieme il consorzio del biologico, l’Università di Urbino e altri soggetti che lavorano nel mondo della cooperazione allo sviluppo, come CEFA- -Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura Onlus. E il ruolo di associazioni come ALI- Autonomie Locali Italiane è stato importante sia sotto il profilo politico-istituzionale, sia con riferimento alle capacità di fare regia e rete tra più soggetti pubblici e privati. Fondamentale è inoltre il messaggio culturale che si trasmette: se non si coinvolgono i territori non si raggiungono i risultati collegati agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030.
Il valore strategico del partenariato va considerato rispetto al progetto e rispetto ai risultati che vanno anche oltre il progetto. Se l’obiettivo è costruire delle filiere agroalimentari che siano sostenibili rispetto agli obiettivi ambientali, sociali ed economici e siano anche competitive allora il partenariato è riuscito a dare delle risposte. La Tunisia ha un sistema produttivo agricolo caratterizzato da forti criticità, ma è un Paese che può puntare alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari e di quelle biologiche. Le imprese tunisine hanno difficoltà e incontrano ostacoli per operare sui mercati. Difficoltà settoriali e collegate alle relazione commerciali. Il tema, dunque, è aiutiamo le imprese che possono diventare sostenibili e competitive a operare sui mercati. In questo caso il problema, che tra l’altro ritroviamo anche nelle nostre realtà, è che per stare sui mercati bisogna non solo avere dei buoni prodotti ma bisogna operare anche all’interno di filiere strutturate che permettano di distribuire il valore della filiera anche a vantaggio dei soggetti che tradizionalmente sono i più deboli, ovvero le imprese agricole. Le imprese hanno bisogno di innovazione tecnologica e anche socio economica per competere. Pertanto con Start Up Tunisia si sono messi insieme soggetti diversi tra cui anche un’esperienza di filiera del territorio marchigiano e questo è importante per andare oltre i risultati che si devono garantire con il progetto. Oggi operiamo in un contesto politico favorevole che promuove la nascita di filiere agroalimentari sostenibili e i fabbisogni emersi dal confronto con gli operatori tunisini sono simili a quelli emersi tra gli operatori italiani: le imprese hanno bisogno di formazione, informazione, consulenza, promozione. Bisogna creare le precondizioni perché le filiere si organizzino. Da questo punto vista, è indubbio che c’è un interesse reciproco a creare partenariati e la cooperazione rappresenta un’opportunità in più e ha una reciprocità effettiva che dispiega effetti al di là dei territori coinvolti.
StartUp Tunisia è un progetto cofinanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e realizzato dal Comune di Fano, ALI Autonomie Locali Italiane, CEFA-Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura Onlus, Università di Urbino, Consorzio Marche Biologiche, Fondazione Agragria Cante di Montevecchio, ODESYPANO – Ente dello Sviluppo Agro-Silvo-Pastorale del Nord-Ovest, ISPT – Istituto di ricerca e insegnamento superiore silvo-pastorale di Tabarka, CRDA – Commissariato Regionale dello Sviluppo Agricolo (Ministero dell’agricoltura, delle risorse idriche e della pesca), Delegazione di Tabarka, Delegazione di Ain Draham, Delegazione di Fernana, Associazione Sidi Bou Zitouna.
Nell’ambito delle attività di comunicazione del progetto, ALI ha realizzato un video che racconta le attività svolte e la vita quotidiana dei giovani lavoratori.
Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=innXGsXLO44
Per saperne di più sulle imprese supportate dal progetto: http://materre.tn/start-up-tunisie/
*di Paola Manca, Ufficio Studi di ALI