C’è una fortissima attenzione dei comuni e delle province all’attuazione del Pnrr e c’è bisogno di dare informazione e di sostegno. ALI sta toccando con mano queste esigenze. Il webinar organizzato il 18 gennaio scorso dall’associazione insieme a lentepubblica.it, con la preziosa collaborazione dell’OReP (Osservatorio per il Recovery Plan), ha avuto un grande successo: 1890 iscrizioni. Tanti amministratori, tanti operatori delle strutture degli enti e anche una notevole presenza fra gli iscritti di professionisti, di competenze pronte a dare un contributo specialistico.
Il Pnrr ha quale priorità la riduzione dei divari territoriali che affliggono il nostro paese. Non solo tra Nord e Mezzogiorno ma anche fra città e piccoli comuni, soprattutto quelli delle aree montane e interne. Ciò dovrà avvenire attraverso investimenti qulificanti in diversi settori. Dalle infrastrutture alla mobilità sostenibile, dagli interventi per sanità e sociale a quelli per la digitalizzazione.
In questo contesto gli enti territoriali saranno chiamati a ricoprire un ruolo di primo piano. A regioni, province, città metropolitane, comuni e altri soggetti territoriali infatti sarà affidata la gestione diretta di una parte cospicua delle risorse europee assegnate all’Italia. I 66,4 miliardi di euro che vedono il coinvolgimento degli enti territoriali sono un potente volano di cambiamento e di riequilibrio, a partire da transizione ecologica, salute e sociale. Gli investimenti da realizzare nell’ambito del Pnrr, come si sa, dovranno necessariamente essere completati entro il 2026. Se ciò non accadesse rischieremmo di andare incontro a sanzioni delle istituzioni comunitarie che potrebbero arrivare anche al blocco dei fondi.
In occasione della pubblicazione del decreto che assegna risorse ai comuni per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana sono riemerse alcune criticità legate all’impatto che il Pnrr avrà sui territori. In particolare nell’equilibrio nella spesa tra le diverse aree del paese e per la qualità degli interventi proposti. Prima ancora, come ha ricordato il presidente di ALI e sindaco di Pesaro Matteo Ricci aprendo i lavori del webinar, c’è stata un’iniziativa serrata dei comuni per ottenere un potenziamento delle strutture finalizzato alla realizzazione di progetti e alla partecipazione ai bandi. La risposta sono state prime misure, già importanti, che consentono di dare agli enti strumenti essenziali per arrivare agli obiettivi. E su questo punto l’iniziativa di ALI rivolta ai comuni ha dato informazioni fresche e approfondite.
Regioni, province, comuni e altri enti territoriali possono in primo luogo essere nominati come soggetti attuatori. Si tratta del massimo livello di coinvolgimento previsto. In questo caso infatti gli enti coinvolti assumono la responsabilità diretta della realizzazione di specifici progetti in materie di loro competenza (come asili nido, progetti di rigenerazione urbana, edilizia scolastica, sociale). In questo caso, com’è stato illustrato e approfondito nel webinar di ALI, le amministrazioni:
- accedono ai finanziamenti partecipando a bandi o avvisi per la selezione di progetti emanati dai ministeri competenti, ovvero ai provvedimenti di riparto fondi ove previsto;
- ricevono (in genere direttamente dal ministero dell’economia e delle finanze) le risorse occorrenti per realizzare i progetti;
- devono rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo e concorrere al conseguimento di traguardi e obiettivi associati al progetto;
- sono tenuti a realizzare i progetti rispettando le norme vigenti e le regole specifiche del Pnrr;
- devono prevenire e correggere eventuali irregolarità e restituire le risorse indebitamente utilizzate.
Le autonomie territoriali potranno beneficiare di iniziative delle amministrazioni centrali ma che possono avere ricadute anche a livello locale. È il caso, ad esempio, del passaggio al sistema di cloud dedicato alla pubblica amministrazione. Il coinvolgimento in questo caso avviene mediante la partecipazione a specifiche procedure di chiamata (bandi o avvisi) attivate dai ministeri responsabili.
Inoltre possono contribuire nell’individuazione dell’area più idonea per la realizzazione di interventi di competenza di amministrazioni di livello superiore (mobilità, ferrovie/porti, sistemi irrigui, banda larga, ecc.). In questi casi la definizione degli investimenti e delle opere da realizzare dovrebbe tenere conto delle istanze delle comunità locali, attraverso la convocazione di specifici tavoli di concertazione.
La parte più rilevante di risorse del Pnrr, circa 20 miliardi di euro, saranno destinate alla missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. In questo contesto gli enti territoriali saranno coinvolti nella realizzazione di interventi legati, tra le altre cose, alla messa in sicurezza dei territori, alla mobilità sostenibile e all’efficientamento energetico degli edifici.
Un’altra voce molto rilevante è la missione 5 “Inclusione e coesione”. In questo caso le risorse assegnate agli enti territoriali serviranno per la realizzazione di progetti legati alla rigenerazione urbana e all’edilizia sociale.
Altri 15 miliardi di euro saranno poi investiti per il potenziamento delle strutture sanitarie (missione 6). In questo caso le risorse saranno affidate direttamente alle aziende sanitarie e ospedaliere, ma l’interesse dei comuni a valutare i progetti è evidente.
Suddividendo le risorse in base ai soggetti beneficiari, possiamo osservare che la maggior parte di queste saranno affidate a comuni e città metropolitane (28,3 miliardi di euro). Una cifra vicina agli 11 miliardi di euro invece potrà essere distribuita per progetti di competenza alternativamente di regioni, province o comuni. Una cifra simile invece ricadrà nella gestione esclusiva delle regioni.
Infine circa 1,3 miliardi saranno distribuiti ad altri enti territoriali. Tra questi le autorità di bacino e portuali, gli enti di governo dell’ambito territoriale ottimale (Egato). In alcuni casi potranno essere coinvolti anche soggetti privati tramite progetti di cofinanziamento.
Queste, a grandi linee, le dimensioni dell’impresa. Risalta dunque il compito delle associazioni delle autonomie locali. Quello di ALI, insieme a quello preminente di Anci e Upi che siedono ai tavoli con la rappresentanza istituzionale, è importante per spianare la strada concentrando su gli snodi più delicati un’attenzione orientata, per la fattibilità e anche per la qualità delle progettazioni, intesa anche come coerenza con gli obiettivi di sostenibilità del NGEu e dell’Agenda 2030, per risolvere le criticità. Per dare informazioni via via che il Piano si realizza. Per aiutare concretamente i comuni, con il nostro supporto operativo e concreto di Leganet, la società partecipata, e in collaborazione con altri attori nostri partner.
Come ha detto chiaro la riuscita del nostro webinar è davvero importante il compito di un osservatorio qual è l’OReP, che giorno per giorno informa gli enti territoriali e gli atri soggetti economico-sociali interessati sugli sviluppi del Pnrr. Con l’OReP ALI collabora quale partner con risultati davvero incoraggianti che ispirano nuove iniziative rivolte proprio agli enti territoriali. In generale, è di grande importanza l’azione di monitoraggio civico del Pnrr. D’esempio è “OpenPnrr”, promossa da openpolis.it, che elabora open data, anch’essa importante per l’operazione-trasparenza che fa e molto seguita, che dà anche alla nostra associazione informazioni e spunti assai utili che spesso rilanciamo.
Insomma, la realizzazione del Pnrr è anche l’occasione per creare un nuovo e più forte network a sostegno delle autonomie locali, che promuova una partecipazione consapevole dei cittadini alle scelte e la realizzazione effettiva di quel rapporto paritario fra gli organi dello Stato che è a fondamento della nostra Costituzione.
* di Marco Filippeschi, Direttore dell’Ufficio studi di ALI