Il Ministro Bianchi: in Pnrr fino a 4 miliardi per asili nido e infanzia, responsabilità enorme. Catizone: la scuola deve tornare ad essere ascensore sociale e garantire pari opportunità
“Velocità e Sapere”, il panel tematico della seconda ed ultima giornata dell’Assemblea Nazionale ALI, ha visto la partecipazione di Patrizio Bianchi Ministro per l’Istruzione, Brenda Barnini Sindaca di Empoli, Giuseppe Falcomatà Presidente ALI Calabria e Sindaco di Reggio Calabria e Andrea Catizone Direttrice del Dipartimento pari opportunità di ALI.
La scuola non ha mai avuto una grande immagine di velocità e tanti sono i tentativi di riportarla su un binario di modernità per affrontare sia le sfide dell’istruzione e dell’internazionalizzazione, sia la questione dell’inserimento nelle realtà locali. Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha aperto il confronto su un tema centrale per la crescita e il futuro dei nostri giovani, ha illustrato l’impegno e le linee programmatiche del Governo per legare l’istruzione allo sviluppo.
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “abbiamo la possibilità di investire fino a quattro miliardi di euro nella costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia – ha spiegato il Ministro –, questo implica in tempi brevi la possibilità di generare progetti che siano realizzabili e che siano concludibili in tempi certi e brevi. È una responsabilità enorme che ci stiamo prendendo”. Una scuola che offra a tutti le stesse possibilità è l’obiettivo principale a cui sta lavorando il Ministro dell’Istruzione e per il raggiungimento del quale servono nuove competenze e una forte collaborazione tra i livelli amministrativi. Il cambiamento deve interessare le scuole d’infanzia fino all’università ed è necessario sincronizzare i tempi della scuola, quelli dell’apprendimento e i bisogni della società. Sono sostanzialmente due le problematiche da affrontare per promuovere il cambiamento tecnologico che il Ministro ha evidenziato nel suo intervento: aumentare e rafforzare le competenze che abbiamo nel nostro Paese ed estendere a tutto il Paese uguali opportunità educative e formative.
“Se vogliamo una scuola più inclusiva, che sia nazionale cioè dia le stesse opportunità a tutto il paese, aperta, capace di stare al passo abbiamo bisogno di competenze nelle amministrazioni centrali, nelle amministrazioni periferiche, nelle province e nei comuni tali da permettere la realizzazione di questa nuova scuola in tempi brevi e comunque adeguati al cambiamento che abbiamo in corso. Dobbiamo capire quanto le strutture di cui disponiamo a livello centrale e periferico sono in grado di affrontare la sfida straordinaria che e’ quella del cambiamento della nostra scuola, che e’ il perno fondamentale della nostra società, della nostra economia, usando tutti gli strumenti nei tempi che il Pnrr ci impone”, ha precisato il Ministro Bianchi. Bianchi ha ricordato come nel Pnrr sia prevista la riforma degli Istituti tecnici professionali, il piano asili, la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la realizzazione di nuove strutture, la digitalizzazione del sistema scolastico. Interventi che per essere realizzati necessitano di un lavoro di insieme tra amministrazione centrale e autonomie locali e autonomie scolastiche.
E i Comuni sono pronti a fare la propria parte però serve che lo Stato e le Regioni, come ha sottolineato Brenda Barnini nel suo intervento, coinvolgano i Comuni nella sfida di cambiamento del Paese. “Il nostro obiettivo – ha spiegato la Sindaca di Empoli – deve essere quello di sfruttare le risorse del Recovery anche per ridurre i divari sociali ed economici nella formazione e nel percorso di apprendimento dei giovani. Nel nostro paese oggi accade questo: se hai genitori laureati hai il 75% di probabilità di laurearti, se hai genitori diplomati la percentuale scende al 42% di probabilità; se hai genitori, come è successo a me, e lo dico con orgoglio, che hanno una licenza di terza media, hai il 12% di probabilità di laurearti. La differenza la devono fare le comunità”. Concludendo Brenda Barnini ha ricordato come quella del Recovery sia una grande opportunità per ridurre i divari sociali, investendo sul sapere, sull’apprendimento e sulle pari opportunità di apprendimento. L’unica strada per investire sulle capacità future dell’Italia di far crescere la propria economia.
Sulla necessità di ridurre i divari sociali ed economici, con particolare riferimento al gap tra Nord e Sud, il Presidente ALI Calabria e Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che ha sottolineato come nella programmazione delle risorse sia necessario tener conto di questo per calibrare gli investimenti, dando una spinta generale all’intera economia nazionale. “Se paragoniamo i trasferimenti statali indirizzati a due città come Reggio Emilia e Reggio Calabria, due comunità simili per numero di abitanti – ha spiegato Falcomatà – abbiamo l’esatta fotografia di ciò che è avvenuto in questi anni. Reggio Emilia ha a sua disposizione il triplo delle risorse provenienti dallo Stato. Negli ultimi mesi il Governo sta facendo alcuni passi in avanti con l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, ma non basta, dobbiamo essere concreti, ci vuole più coraggio e decisione per invertire la rotta. Ad esempio sul bando per gli asili nido siamo contenti ci sia un’attenzione in questa direzione, ma non basta destinare dei fondi per costruire nuovi asili, bisogna anche prevedere i necessari investimenti per gestirli e per mantenerli. Al governo chiediamo di fidarsi dei sindaci, cosi come si fidano le comunità che li hanno eletti”.
A concludere la sessione tematica Andrea Catizone, Direttrice del Dipartimento Pari Opportunità di ALI che, citando Gramsci, ha ricordato che lo sviluppo di una società si misura dalla condizione delle donne e, ha aggiunto, dalla condizione degli adolescenti, che sono stati dimenticati durante questa pandemia. A livello nazionale – ha sottolineato Catizone – manca una programmazione della scuola ed è necessario aumentare le competenze, anche diversificandole per adeguarle alle nuove esigenze. La scuola deve avere un ruolo centrale per valorizzare le risorse che non possono essere demandate alle famiglie, perché “il futuro dei nostri giovani non si può collegare alla situazione economica e sociale delle famiglie. In questa prospettiva la scuola deve tornare ad essere ascensore sociale e garantire pari opportunità”. La responsabile del Dipartimento pari opportunità di ALI ha concluso portando al centro il tema della rappresentanza delle donne nelle istituzioni ed in particolare nelle posizioni apicali, dove tra i primi cittadini abbiamo ancora troppe poche Sindache.