Città e Comuni sono il motore di sviluppo e la spina dorsale del Paese, protagonisti delle grandi trasformazioni dell’Italia sul piano sociale, economico e ambientale. È essenziale il ruolo dei sindaci e delle amministrazioni locali di fronte alla sfida di disegnare il tempo post Covid19. All’insegna della ripartenza e di una resilienza trasformativa che superi la tentazione del ritorno al “prima” e sia capace di reagire al trauma trasformandolo in opportunità di rigenerazione.
L’urgenza dei problemi del presente, economici e sociali, insieme alla necessità di accelerare l’attuazione dello sviluppo sostenibile per ridurre le diseguaglianze e far crescere il benessere nelle condizioni di vita delle persone, sono ragioni che inducono a dire che occorre ripartire dai Comuni.
Essi sono, da un lato, il contesto dove si coniugano concretezza e velocità utili per l’attuazione della programmazione dei fondi europei del Next Generation EU e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con lo scopo di spendere meglio e presto le risorse che arriveranno dall’Unione europea, aprendo da subito cantieri in tutto il territorio nazionale e creando lavoro.
Dall’altro, solo con il protagonismo delle città e dei comuni sarà possibile raggiungere i 17 Goals di Agenda 2030 delle Nazioni Unite, nonché del Bes (Benessere Equo e Sostenibile). La parola chiave è: “territorializzare” gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, cioè adottare e declinare gli obiettivi a livello locale.
La Rete dei Comuni Sostenibili nasce per questo: accompagnare le amministrazioni, comuni grandi e medio-piccoli, dalle aree interne alla costa, nel raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030. Le politiche per la sostenibilità non sono solo ambientali, ma anche economiche, sociali e culturali. Per fare passi avanti occorre un approccio integrato, “mettere a terra” con concretezza lo sviluppo sostenibile e per questo è indispensabile, prima di tutto, fare rete e un sistema di monitoraggio oggettivo, scientifico e autorevole. L’Associazione, aperta a tutti i comuni italiani, è la prima realtà in Italia a mettere a disposizione un “set” di 101 indicatori per misurare gli effetti delle politiche locali. Uno strumento innovativo, eccezione anche a livello europeo, realizzato con la collaborazione dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Nei primi mesi il progetto vivrà una fase sperimentale e sarà monitorato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea. Disponibilità di verde urbano, di piste ciclabili, di case popolari, posti nell’asilo nido, prodotti bio nelle mense scolastiche, consumo di suolo, raccolta differenziata e riqualificazione energetica degli edifici, fino alla parità di genere: sono solo alcuni dei 101 indicatori, 73 dei quali sono calcolabili in tutti i comuni, altri 27 si aggiungono per le città capoluogo e un altro per i comuni costieri. Insomma, ambiti nei quali è elevata la capacità di incidenza delle politiche dei comuni.
Misurare è fondamentale per programmare e, quindi, agire. La Rete dei Comuni Sostenibili è un progetto ambizioso, coraggioso e innovativo. In questo senso è un investimento per i Comuni e sarà luogo di condivisione di buone pratiche ed esperienze, con il protagonismo dei primi cittadini che accompagneremo nella redazione delle Agende Locali 2030. Insieme a ciò le realtà che aderiscono usufruiranno dalla “RCS Card”: la Carta dei Servizi. Tra cui rientra la segnalazione ed help desk di 1° livello per l’accesso dei comuni ad opportunità di finanziamenti e bandi europei, nazionali e regionali. Fare “rete” faciliterà la partecipazione alle opportunità dei fondi europei. Poi, l’accesso a corsi di carattere formativo, con modalità telematica e interattiva, per amministratori e dipendenti comunali, tra i primi temi ci sono: mobilità sostenibile, digitalizzazione delle P.A., green pubblic procurament, infrastrutture di telecomunicazioni, parità di genere.
È importante favorire la diffusione della cultura delle sostenibilità, ma oggi è ancora più indispensabile far cadere a terra le scelte strategiche. A partire dalle città e dai comuni dove è possibile attivare, più che altrove, delle mobilitazioni di comunità e percorsi di partecipazione “dal basso” di cittadini, imprese e associazioni per una piena attuazione di Agenda 2030.
La sostenibilità deve essere misurata e praticata, non solo predicata.
* di Giovanni Gostoli, Direttore della “Rete dei Comuni Sostenibili” – www.comunisostenibili.eu