La riapertura delle scuole dell’infanzia, delle primarie e (parte) delle secondarie è stata sicuramente una delle notizie più attese dagli italiani. La chiusura delle scuole ha generato profondo sconforto e gravi conseguenze su un piano psicologico, sociale, formativo, educativo, e anche da un punto di vista economico se consideriamo i disagi per le tantissime famiglie.
I danni provocati dalle chiusure delle scuole non sono ancora misurabili con esattezza, ma sappiamo con certezza che potranno difficilmente essere colmati se non si interviene adeguatamente per evitare che pregiudichino il diritto all’istruzione, sancito dall’articolo 34 della Costituzione. Mancano circa due mesi alla fine dell’anno scolastico, ed è nostro compito fare in modo che le scuole rimangano aperte e soprattutto che la didattica sia il più possibile in presenza, ma è anche necessario garantire la sicurezza degli alunni e del personale scolastico. La soluzione a esiste.
A Pesaro da circa due mesi abbiamo messo in campo grazie alle risorse del Comune l’operazione “Scuole sicure”, un sistema di screening che ha interessato gli alunni delle scuole medie e superiori, che è stato accolto con grande entusiasmo e sensibilità e che abbiamo realizzato nei weekend nelle palestre degli istituti. Nell’ultimo screening fatto alle scuole medie, ad esempio, abbiamo avuto un’affluenza del 70%, su quasi 1600 tamponi fatti abbiamo trovato 26 bambini positivi, bambini che se non fossero stati sottoposti a tampone inconsapevolmente avrebbero contagiato nei prossimi giorni decine di amici e famigliari.
Ho avuto il piacere di incontrare il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per discutere insieme alcune proposte e idee, e ovviamente nel nostro proficuo incontro abbiamo parlato dell’operazione “Scuole sicure”. Un sistema di screening da ripetere periodicamente che dovrebbe essere fatto da Stato e Regioni in tutta Italia, per garantire la fine dell’anno scolastico in maniera ordinata e programmata, considerando che i ragazzi sono fuori dalla campagna vaccinale, e perché la scuola in sicurezza e in presenza deve essere un impegno del Paese, come ha espresso anche il premier Draghi nel suo insediamento iniziale.
Ma non basta. Al di là del “salvare il salvabile”, ossia lavorare per garantire la fine dell’anno scolastico, credo sia necessario tornare a occuparsi seriamente dell’intero sistema scolastico prevedendo interventi strutturali che possano colmare le tante carenze messe ancora più in luce dalla questa pandemia. La rete è diventata, dallo scorso anno, il modo primario per molti bambini e ragazzi di interagire con la scuola, con i compagni e gli amici. Tuttavia circa tre milioni di studenti sono rimasti esclusi, non avendo potuto usufruire della Dad per mancanza di connessione Internet o per mancanza di strumenti adeguati, come computer o tablet o smartphone. Anche tra gli studenti e le famiglie che usavano Internet si sono verificate molte disparità. Per non parlare di un altro grande tema che interessa la scuola, prioritario nella discussione generale prima che il Covid entrasse nelle nostre vite e stravolgesse il nostro presente: l’edilizia scolastica.
Con il Recovery avremo l’occasione storica e irripetibile di mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici, da nord a sud, ripensare la nostra edilizia scolastica in termini di efficienza energetica, far arrivare la banda larga in tutte le strutture scolastiche e dotare gli studenti di sufficienti strumenti didattici che possano aiutare chi è in difficoltà o chi parte svantaggiato.
Per questo noi Sindaci abbiamo chiesto al Governo di poter avere da subito disponibilità delle risorse che arriveranno come acconto dall’Unione Europea, circa 21 miliardi che i Comuni potrebbero immediatamente investire in progetti e lavori che vanno in questa direzione, sfruttando lo strumento del “gold plating” sugli appalti, per seguire le sole direttive comunitarie senza le complicazioni delle normative italiane, per non perdere tempo e mettere in cantiere da subito lavori mirati e necessari che solo un’amministrazione comunale è in grado di individuare e garantire nell’interesse generale.
E’ questo che i Sindaci chiedono al Governo. L’Italia deve recuperare, ripartire, tornare a crescere, ma dobbiamo anche soprattutto ideare e costruire un Paese nuovo partendo dalle fondamenta, che sono senza dubbio la scuola e l’istruzione.